Erwin Laszlo, filosofo e studioso della scienza dei sistemi, autore di molti libri, candidato due volte al Premio Nobel per la pace, si è messo a scrivere a quattro mani con Jude Currivan, laureata, guaritrice e mistica, esplorando non solo il mondo scientifico che conosce perfettamente, bensì anche il mondo “spirituale”, evidenziando le connessioni tra le due realtà apparentemente inconciliabili e tracciando una missione salvifica per il nostro pianeta e per l’esistenza stessa dell’umanità. Laszlo e Currivan, autori di Cosmos (Macroedizioni), non presentano realtà catastrofiche, né le immaginano, né le predicono, semplicemente analizzano fatti che portano nella direzione di un’evoluzione (che sostengono) o di una involuzione (che paventano) sulla base delle scelte che l’uomo dovrà fare nei prossimi tempi, molto a breve termine.
Scoprire l’essenza biologica della vita
Il taglio generale del loro lavoro prende le mosse dalla scienza innovativa basata sulla Meccanica Quantistica, che consente di rileggere la storia universale e di ridefinire il contesto in cui viviamo, per svilupparsi poi sulle discipline alternative, tra cui anche la Parapsicologia, individuando spiegazioni per molti fenomeni ormai acclarati, sebbene ancora ostacolati. Il percorso che offrono approfondisce l’essenza biologica della vita, dalle origini all’oggi, per puntare infine sul contesto sociale, lasciando intravvedere orizzonti possibili e determinabili dalle scelte che l’umanità farà, particolarmente a livello dell’ambiente, delle risorse, dei valori sociali imperanti o prioritari.
Sul piano scientifico viene seguita l’impostazione e l’atteggiamento che Einstein ha indicato, non solo con la Relatività, bensì con le sue intuizioni e i suoi orientamenti. Tuttavia riportando le sperimentazioni scientifiche più recenti, gli autori mettono in dubbio alcune certezze della Fisica classica e la stessa origine dell’universo, di cui comunque si evidenzia il massimo ordine e basso tasso di entropia iniziale e uno sviluppo progressivo dell’entropia che porta alla frammentazione e al disordine. Proprio il focus scientifico cartesiano sulle “parti” materiali, se porta da un lato benefici per la conoscenza, comporta la perdita della visione unitaria dell’insieme che va a formare la realtà ultima, una, composta di in-formazione, che è l’essenza dell’esistenza e il punto di concentramento e diffusione della “cognoscenza” come gli antichi saggi avevano indicato.
I tre punti del cambiamento scientifico
Un importante contributo che ci aiuta a capire il punto di vista di Laszlo viene da Nitamo Montecucco, membro del Club di Budapest lanciato da Laszlo, che ha dichiarato in un’intervista: «Negli anni 80-90, il sistema era prima di tutto oggettivo, il sistema delle cose manifeste e non dell’interiorità. Dobbiamo riconoscere che tutti i sistemi hanno una forma di esteriorità e una di interiorità, che diventa importantissima nell’essere umano. Possiamo dire che i sistemi non sono puramente esteriori – fisici, chimici, biologici, ecologici – ma hanno anche una interiorità. Più il sistema è complesso più diventa importante l’interiorità. C’è un cambiamento nel paradigma: vedere il mondo non solo come sviluppo degli atomi, delle molecole, delle cellule, organismi e sistemi, ma anche come sviluppo dell’interiorità».
E aggiunge: «Riconosco tre concetti principali nel cambiamento profondo nella scienza. Il primo è il concetto dello spazio-tempo, il secondo è quello della coerenza, il terzo è il ruolo e la presenza dell’informazione. Riguardo allo spazio, quello che possiamo vedere nello sviluppo della scienza, è che si allargano continuamente gli orizzonti. A metà del ventesimo secolo si pensava che la galassia fosse l’unico universo. Negli ultimi 15 anni è stato riconosciuto che esiste un metaverso da cui originano gli universi, quindi si allargano sempre più gli orizzonti e confini spaziali. Al giorno d’oggi si parla di “dimensione implicata”, di iperspazio, spazio a-temporale, vuoto quantistico. Quindi si può dire che c’è un progresso nel trovare un fondamento profondo per l’universo. Il mondo sorge su una base che è molto misteriosa: è la fonte dello spazio-tempo. È un livello che ho chiamato campo akashico per una ragione specifica, e questo mi porta al secondo concetto fondamentale, quello della coerenza.
Abbiamo visto, e ciò è importantissimo, che le cose non sono separate le une dalle altre, ma ciò che accade ad un punto influenza ciò che accade in un altro punto. Tutto l’universo ha una coerenza, è collegato attraverso connessioni molto sottili. Queste connessioni sono ben sperimentate a livello quantistico. Vengono fuori anche a livello della vita, a livello biologico, e anche a livello cosmologico.
Non si può dire che un unico evento o avvenimento, che accade in un posto, è limitato unicamente a questo posto. Questo è un tipo di olografia, un ologramma, e anche un punto collegato ad altri punti. Questo concetto della coerenza è rivoluzionario.
Il terzo punto è l’informazione, che nel ventesimo secolo era considerato appartenente alla sfera umana. Poi si è visto che è presente nel mondo del quantistico. Non si può descrivere completamente un sistema solo come flusso di energia, ma abbiamo bisogno anche dell’informazione. Ad esempio in un computer, l’hardware è l’energia, il software è l’informazione. Allo stesso modo il nostro corpo, il nostro cervello, contengono cellule, molecole biochimiche, ma c’è anche informazione nella sua totalità, un’informazione che fa integrare il tutto.
Il grande fisico John Wheeler ha detto che “l’informazione è più importante dell’energia”. Credo che i concetti di energia e informazione siano fondamentali, molto più fondamentali del concetto di materia, che in ultima analisi è solamente una concentrazione di energia in un punto. Energia collegata attraverso informazione. Attraverso questi cambiamenti dell’universo e della coerenza arriviamo alla visione dell’universo informato.
Un collegamento tra filosofia, Neuroscienze e Fisica subatomica
Secondo Laszlo, straordinario è il collegamento tra il mondo antico dei filosofi greci, del pensiero orientale (cinese e indiano) con la realtà descritta oggi dalle tecnologie delle Neuroscienze e dalla Fisica subatomica, dove ogni parte appare come un ologramma che ripete lo stesso schema presente nell’unità totale (Mondo Integrale).
Ciò significa che se assumessimo, come esseri umani, consapevolezza di essere potenzialmente collegabili all’intero che contiene tutte le informazioni (che Jung chiamava inconscio collettivo o Akasha), e inconsciamente comunque collegati con tale sfera totale, potremmo cambiare atteggiamenti e comportamenti individuali e sociali, con la conseguenza di perseguire fini comuni per il benessere di tutti.
Certo significherebbe rivoluzionare i sistemi egoici che caratterizzano la nostra società e i valori che privilegia (consumismo sfrenato, capitalismo sfruttatorio, guerre tra popoli, conflitti religiosi, ecc.). Dunque la pretesa di riconoscersi come cellule dello stesso corpo, pensieri della stessa mente, luce manifesta di una Luce globale, è molto alta e peraltro risolutiva (almeno a livello potenziale) di molti dilemmi sociali.
Del resto, suggeriscono Laszlo e Currivan, tutti i dati sotto i nostri occhi indicano chiaramente che senza un grande salto di qualità, la vita sulla Terra sarà presto compromessa.
Come evolvere? La via indicata richiama le tecniche meditative, la cultura dell’abbastanza (e non dell’accumulo all’infinito), della consapevolezza dei poteri reali posseduti (come dimostrano le ricerche parapsicologiche e gli esperimenti di Neuroimaging), della presa di coscienza di tutto il potenziale informativo a cui saremmo (per forza) connessi nella visione unitaria.
La massa critica di chi ormai sa e diffonde questi valori, avanza e rappresenta un sostegno importante e forse decisivo per quel salto di qualità che gli autori del mondo integrale auspicano nell’interesse comune e per un destino evoluto della società umana.