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Stati di coscienza e percezione extrasensoriale di Marco Margnelli
Metapsichica 1996

Summary:
States of conscience and extrasensorial perception

The existence of a relationship between states of conscience and extrasensorial perception is universally handed down.
The present article proposes a few examples of ESP phenomena in the altered states such as the “hypnagogic” state and the hypnotic trance.
Particular attention is given to the hypnagogic state, known as well as pre-sleeping state, whose the author has been a pioneer in the experimental study.
In theory the experiences given as examples could be considered as the result of chance or coincidence, even though they are particularly suggestive and encouraging.
The author thinks that the ESP phenomena can take place when the inhibitory faculties of consciousness are interrupted so that one can get to define a method to produce ESP phenomena.
 
 

L'esistenza di uno stretto rapporto tra stati di coscienza e percezioni extrasensoriali (ESP) risale alla notte dei tempi. Il sonno, il sogno, l'estasi, la trance o gli stati di ebbrezza indotti dall'alcol o da altre innumerevoli droghe modificatrici dello stato di coscienza sono sempre stati considerati momenti magici nei quali "sensi latenti" o "poteri cerebrali nascosti" possono entrare in azione e permettere all'uomo di squarciare i veli del futuro, fare profezie, volare in luoghi distanti, vedere eventi a venire, indo-vinare la sorte di monarchi, battaglie o imprese.
Queste credenze sono tramandate da tutte le tradizioni e sono diffu-samente riproposte in ogni testo che tratti dei rapporti tra coscienza e fenomeni paranormali. Non è, dunque, un ripercorso storico di queste memorie e testimonianze ciò che voglio proporre in questo articolo, ma piuttosto, un piccolo contributo di conferma, sotto forma di casistica aned-dotica e qualche considerazione su come le modificazioni della coscienza più facili a ottenersi, possano rendere possibile la manifestazione di feno-meni ESP.
Per modificazioni più facili a ottenersi intendo lo stato ipnagogico (SI) e la trance ipnotica. Per fenomeni ESP, intendo essenzialmente fenomeni di paragnosi quali la premonizione, la preveggenza, la retrocognizione, l’autoscopia, l’eteroscopia, e le varianti di queste.

La lista dei ricercatori che hanno tentato di sviluppare fenomeni di questo tipo in ipnosi sarebbe molto lunga, mentre credo che sia una novità la mia sperimentazione con lo SI. L'idea di cercare fenomeni ESP in questo parti-colare e poco conosciuto stato di coscienza mi è venuta pensando ai sogni veridici e cioè a quei sogni premonitori che si fanno spesso nell'ultima parte del sonno. Poiché lo SI è, in pratica, uno stato sognante, ho voluto verifi-care se anche in quelle condizioni fossero possibili fenomeni di paragnosi. Inoltre, le ipotesi formulate per spiegare le manifestazioni ESP in stati modificati di coscienza, sostengono concordemente che la visione del futuro o le conoscenze extrasensoriali sarebbero possibili quando si riesce a stabilire un contatto con "l'inconscio collettivo", l’immenso deposito atem-porale di tutte le conoscenze.

 Lo SI è altrimenti noto come "stato di pre-sonno" ed è la condizione mentale che precede l'addormentamento. È conosciuta da tutti come uno stato molto piacevole ma di breve durata, nel quale la mente viene lasciata libera di fantasticare in un modo che è stato chiamato " reverie ipnagogica".
A livello psicofisiologico lo SI è caratterizzato da un profondo rilassamento somatico, con la cessazione dei movimenti volontari, la diminuzione del tono muscolare, della. frequenza cardiaca e della respirazione. A livello nervoso centrale il correlato neurofisiologico più importante dello SI è l'alta densità dell'elettroencefalogramma di onde della banda theta. È un ritmo di frequenza compresa tra i 4 e gli 8 cicli/sec che nell'EEG dello stato di veglia non raggiunge normalmente percentuali superiori al 4 per cento. In SI, invece, raggiunge percentuali molto elevate e si presenta in treni d'onda di lunga durata (400-600 millisecondi) e di grande ampiezza (300-400 micro-volt).
A livello mentale, lo SI è caratterizzato da un notevole numero di fenomeni.
Innanzitutto la coscienza dello stato di veglia, seppure in condizioni che sono state definite "crepuscolari", è ancora presente.

È perciò in grado di registrare l'esperienza che sta vivendo e di conser-varne memoria. In questa coscienza che sta perdendo il contatto con la realtà, intrudono falsi avvenimenti sensoriali che danno l'illusione di eventi quasi magici. Sono vere e proprie allucinazioni che possono provenire da tutte le modalità sensoriali e quindi essere allucinazioni visive, uditive, tattili, cenestesiche e anche olfattive e gustative. In SI spontaneo, quello che ciascuno di noi vive ogni sera prima del sonno, l'attenzione è fortemente interiorizzata con un restringimento del campo della coscienza che porta progressivamente alla perdita completa del contatto con la realtà e, vero-similmente, la caduta nel sonno. Nello SI sperimentale si verifica la stessa concentrazione dell'attenzione, ma poiché le allucinazioni ipnagogiche sono più frequenti, si crea anche uno stato di aspettativa che nello SI spontaneo manca,
Tutte queste sono, ovviamente, le condizioni che preparano il sonno e perciò non susciterebbero particolare curiosità nei non
addetti ai lavori, se non per il fatto che sono anche le prime fasi dell'indu-zione in trance ipnotica, e sono i primi due stati della meditazione (dhiana e dharana) e costituiscono una intera pratica yogica, quella dello yoga nidra.
La caratteristica mentale più importante dello SI è il cambiamento delle processualità del pensiero e cioè del modo con cui esso si svolge. La processualità del pensiero secondario e cioè del pensiero logico-critico dello stato di veglia, viene sostituita dalla processualità del pensiero prima-rio che è associativo-intuitiva. In realtà i due tipi di pensiero coesistono, alternandosi l'uno all'altro in modo continuo, così che la coscienza della veglia sia come "spettatrice" di un'esperienza (allucinatoria e intuitiva) che in un certo qual modo le sfugge dal controllo e le può apparire aliena.
Si ritiene che la comparsa del pensiero primario corrisponda a una vera e propria attivazione della coscienza del sogno che, dunque, coesisterebbe con quella della veglia, alternandosi in modo subentrante ad essa, fino all'inizio del sonno. Poiché, come si sa, l'attività cerebrale in stato di sogno è molto vicina a quella della veglia, c'è stato chi ha pensato che la primis-sima fase del sonno sia un breve passaggio in stato REM, cioè in stato di sogno, seguito immediatamente dalle fasi del sonno senza sogni, che sono quattro, nelle quali l'attività cerebrale si riduce progressivamente fino al livello minimo del IV stadio che assomiglia al coma.
L’addormentamento, in altre parole, rispetterebbe una sequenza obbligato-ria di fasi così come è regolare e obbligata la sequenza di fasi di tutto il sonno di una notte, avvicendamento che si è chiamato ipnogramma. A ulteriore prova di tale idea, si e osservato che i processi di pensiero dello SI condividono alcuni fenomeni propri del pensiero onirico quali, la condensa-zione, la simbolizzazione e lo spostamento descritti dalla psicologia freu-diana.
Lo SI è anche caratterizzato da un fenomeno, detto autosimbolizzazione, che sembra dimostrare la stretta vicinanza tra coscienza della veglia e coscienza del sogno così come si è detto.
L’autosimbolizzazione consiste nella trasformazione di un percetto senso-riale reale che raggiunga ancora la coscienza della veglia, in un'allucina-zione ipnagogica. Un rumore o un suono, per esempio, può essere trasformato in un contenuto allucinatorio che può andare anche molto oltre il significato della sensazione originaria. Per esempio, nel corso di una seduta che si svolgeva in estate, il soggetto in SI sudava e ha allucinato una piscina e un bagno nell'oceano primordiale.

La possibilità che la coscienza critica della veglia possa assistere alla formazione dei sogni e conservare fedele memoria di tali recessi ha molto interessato gli psicologi sperimentali che hanno identificato la produzione sperimentale dello SI e il suo opportuno prolungamento (non si dimentichi che lo SI spontaneo dura pochi minuti e raramente arriva alla produzione di allucinazioni) come un ottimo metodo per studiare "il sogno direttamente alla fonte".
Anche il comportamento della memoria in SI è simile a quello che ha nel sogno. Nel materiale allucinatorio dello SI possono comparire ricordi autobiografici che i soggetti riconoscono agevolmente. Sembra, tuttavia, che questi siano meno frequenti che nei sogni soprattutto, meno legati a ricordi traumatici come invece spesso avviene nei sogni.
Le tecniche di produzione dello SI sono sostanzialmente due. In passato si facevano distendere i soggetti in un lettino o su una poltrona in un ambiente silenzioso, a luci attenuate, ricreando, evidentemente, le condizioni dell'addormentamento e li si invitava a parlare liberamente, in modo continuo e senza soste, riferendo tutto ciò che passava per la loro mente. Attualmente la tecnica migliore e quella del biofeedback elettroen-cefalografico della banda theta che, permettendo un controllo dell'EEG, garantisce lo sviluppo di uno SI genuino. La verbalizzazione continua, infatti, è una condizione che ostacola lo sviluppo di un vero SI, il quale è molto delicato e facilmente interrotto da una qualunque attività. Per capire bene questo punto, basta immaginarsi, mentre ci si sta per addormentare, di dover parlare con qualcuno. Io penso che le sedute di SI descritte in letteratura prima dello sviluppo delle tecniche di biofeedback fossero, in realtà, delle sedute di ganzfeld, uno stato diverso da quello SI che viene definito di monotonia e di parziale deprivazione sensoriale.
Con le tecniche di biofeedback i soggetti restano in silenzio e si raccoglie un resoconto dell'esperienza dopo la seduta. Sicuramente parte del materiale va perduta, ma in compenso, quello che si ottiene è sicura-mente prodotto dalla coscienza dello SI.
 Tutto ciò ha notevole rilevanza per ciò che riguarda i fenomeni ESP, i quali, verosimilmente, hanno maggiore probabilità di verificarsi se lo stato di coscienza in cui devono avvenire è stabile e la concentrazione non viene spostata o dirottata.
Le allucinazioni ipnagogiche si presentano come percetti brevissimi, ma molto intensi e pregnanti. Un'immagine, per esempio, può  essere paragonata a una diapositiva a colori proiettata per uno o due secondi e tenderà a tornare alla memoria numerose volte nei giorni se non nei mesi successivi all'averla vista.
Le allucinazioni ipnagogiche di tipo visivo possono essere di quattro tipi:

1)  geometrico/estetiche, consistenti in figure colorate che si susse-guono talvolta in modo caleidoscopico, ma senza ripetizioni, soprattutto nelle fasi iniziali di una esperienza SI. Può trattarsi di figure geometriche, piane o solide, come triangoli, cubi, quadrati o sfere, ma anche di nuvole di colore, giraglie luminose, spirali fosfo-rescenti, e così via;
2)  figure simboliche come occhi, volti, lettere alfabetiche, numeri, il tunnel, il libro del sapere universale, animali totemici, simboli sacri e così via. Queste figure, al contrario delle altre, si ripetono con frequenza, sia nel corso di una stessa seduta, che da una seduta con l'altra. Gli occhi e i volti sono molto comuni. Possono essere immagini statiche, solide o piane, piccole o grandi oppure vive e in movimento;
3)  scene, ovvero immagini complesse di luoghi, situazioni, avveni-menti o fatti che si presentano sempre come diapositive o fotogra-fie esposte alla vista rapidamente. Una prima categoria di tali immagini può essere chiamata "scene mnemoniche" nel senso che sono palesemente ricordi, non obbligatoriamente autobiogra-fici, in quanto possono essere anche spezzoni di sogni avvenuti nel passato come frammenti di spettacoli cinematografici, televisivi o teatrali cui il soggetto ricorda benissimo di aver assistito;
4)  la seconda categoria delle allucinazioni a scena, invece, può essere definita delle "scene non-mnemoniche" perché‚ le immagini non sono ricordi coscienti e riconoscibili né dell'autobiografia di chi le vede, né‚ della sua memoria onirica né di quella ricreativa. Si tratta spesso di scene bibliche, quali la costruzione delle piramidi, popoli in marcia, raduni religiosi, battaglie grandiose, ma anche paesaggi maestosi, luoghi primordiali o panorami incontaminati.

I fenomeni ESP paragnostici dello SI, quando si verificano sul canale visivo, consistono spesso in queste scene non-mnemoniche.

ESPERIMENTI ESP IN STATO IPNAGOGICO.

Date queste premesse, si può pensare che un opportuno addestra-mento/allenamento a entrare in SI e a restarvi per lunghi periodi di tempo (per esempio, venti o trenta minuti) possa creare le condizioni perché si verifichino fenomeni ESP.
Per verificare tale ipotesi, ho selezionato, in un gruppo di "sensitivi" aderenti a una Associazione di Pranoterapeuti, una diecina di soggetti che dichiaravano di aver avuto, nel corso della vita, qualche fenomeno sponta-neo di premonizione, sia allo stato di veglia che in quello di sogno. Ho poi sottoposto questi soggetti a un ciclo di sedute di addestramento allo SI con la tecnica del biofeedback EEG della banda theta. Ai soggetti vengono applicati sul cranio degli elettrodi che registrano l'attività EEG mentre si rilassano distesi su un letto. Quando nell'attività EEG compaiono consi-stenti quantitativi di ritmo theta, l'elettroencefalografo invia un segnale acustico (un suono simile a quello di una sirena) che i soggetti possono udire attraverso una cuffia. Il segnale "guida" gli sforzi (si fa per dire, dato che si tratta di fare le operazioni abituali che i soggetti fanno da anni, tutte le sere, per addormentarsi) attuati per entrare in SI e per mantenerlo. Dopo poche sedute, la maggior parte delle persone, raggiunge la capacità di permanere in SI a lungo, senza cadere addormentate.
Così è regolarmente accaduto ai soggetti "sensitivi" che ho sottopo-sto agli esperimenti di produzione dei fenomeni ESP. Il numero delle sedute alle quali sono stati singolarmente sottoposti è variato da un minimo di cinque a un massimo di venti.
La frequenza di fenomeni ESP non è valutabile perché‚ in molti dei casi in cui si avevano ragionevoli criteri per sospettare che si trattasse di premonizioni non è stato possibile fare i dovuti controlli a posteriori. In due casi, invece, essendo stati possibili tali controlli, si può dire che si è trattato di genuini fenomeni ESP.

PRIMO CASO : Il soggetto è Silvana C., di anni 44, commerciante all'ingrosso di materie plastiche, praticante di yoga da molti anni.
È da subito molto abile nell'entrare in SI e nel restarvi senza interru-zione per tempi lunghissimi.
Nel corso di una seduta vede la scena di un incendio, allucinando contemporaneamente l'acre odore che produce la materia plastica, di cui fa commercio, quando brucia. A fine seduta, mentre fa il resoconto dell'espe-rienza, è preoccupata perché‚ teme di aver premonito un incendio al suo magazzino/deposito. Se ciò dovesse avverarsi, ne avrebbe un grosso danno economico.
Scriviamo accuratamente la scena che ha visto in SI. È un ampio cortile, con degli alberi. Era sera e le fiamme illuminavano figure d’uomini che correvano qua e là per spegnere l’incendio. Doveva essere d’inverno perché gli alberi erano spogli.
Silvana disegna una mappa indicando la posizione di quattro alberi e commenta il disegno dicendo che nel cortile del suo magazzino/deposito non ci sono alberi.
Dopo circa tre settimane, la sensitiva riceve notizia che è bruciata, in Germania, la fabbrica che le fornisce la plastica di cui fa commercio. Scrive al proprietario della fabbrica chiedendo di mandarle una mappa del cortile della fabbrica e constatiamo che essa corrisponde al disegno che Silvana ha tracciato tre settimane prima. Gli alberi sono esattamente dove li ha collocati Silvana e l’incendio è avvenuto all’inizio di novembre, quando le foglie erano già completamente cadute.

SECONDO CASO : Il soggetto è Carlo P. ,di anni 33, rappresentante di commercio.
Durante una seduta "si trova" su un aereo che sta precipitando. Al resoconto, ricorda bene di essersi trovato in piedi nel corridoio della carlinga e ricorda la sensazione del pavimento inclinato sul quale gli era difficile mantenere l'equilibrio. Ricorda le urla di terrore dei passeggeri, coscienti del disastro imminente. Ha "sentito" il loro panico e udito il rombo delle eliche dei motori dell’aeroplano in picchiata.
È quest'ultimo dettaglio che ci permette di classificare la visione ipna-gogica di Carlo come una autentica premonizione su un evento classica-mente molto generico. Pochi giorni dopo la seduta, infatti, cade vicino a Lecco, un ATR40, uno dei pochissimi tipi di velivolo ad elica ancora in servizio sulle linee aeree europee.

ESPERIMENTI CON L'IPNOSI

I ricercatori che lungo la storia dell'ipnosi hanno tentato esperimenti di paragnosi su soggetti in trance sono innumerevoli. I risultati di tali sforzi sono stati talvolta positivi, talaltra ambigui, spesso incerti e deludenti.
Io ho seguito la stessa regola adottata per gli esperimenti con lo SI, di scegliere soggetti sperimentali che avessero già avuto spontaneamente fenomenologie ESP.
Un'altra accortezza che ho adottato è stata quella di stimolare i feno-meni sulla modalità sensoriale dominante nel "linguaggio neurosensoriale" dei vari soggetti. Come e noto, ciascuno di noi "rappresenta" o "ricostruisce" nella propria mente la realtà esterna privilegiando le informa-zioni di uno dei sensi e ignorando o utilizzando solo in parte le informazioni che gli arrivano dagli altri. Si distinguono, così, soggetti visivi, uditivi o cenestesici, secondo che ricostruiscano la realtà rappresentandosela per immagini, per suoni o per sensazioni fisiche. È dunque verosimile che non si possa pretendere che un "uditivo" "veda" un evento del futuro, mentre sarà più facile che gli si possa "far udire" una voce che glielo "predica".
Il rispetto di questa processualità mentale è ormai una diffusa consuetudine tra i moderni ipnotisti, che la sfruttano sia per vincere più facilmente le resistenze a entrare in trance, che per rendere più efficaci i messaggi terapeutici. Molti degli ipnotisti che hanno tentato la stimolazione di fenomeni ESP in ipnosi non la conoscevano e non l'hanno sfruttata.

Un'altra accortezza di cui ho tenuto conto nei miei esperimenti è stata quella di "ricostruire" il più fedelmente possibile le condizioni emozionali in cui si erano verificati i fenomeni spontanei. Per fare ciò, naturalmente, mi sono fatto raccontare nei più minuti dettagli le esperienze dei vari soggetti/cavia.

PRIMO CASO: Graziella R., di anni 35, impiegata.
In età giovanile, sui 18-19 anni, ha avuto spontaneamente, in stato ipnagogico, un episodio di uscita dal corpo (OBE), che l'ha molto spaven-tata e non si è più ripetuto. Da qualche tempo, dopo che si è sottoposta a cure "pranoterapiche" e ha cominciato a frequentare la sua pranotera-peuta, ha cominciato ad avere delle "assenze", che lei definisce "svenimenti", durante le quali ha l'impressione di spostarsi in luoghi remoti, senza però vivere alcuna esperienza o avere qualche ricordo quando torna in sé. Dice che le assenze si preannunziano con una leggera inquietudine e un leggero torpore mentale. Ha consultato un neurologo che dopo approfonditi esami ha escluso malattie cerebrali, compresa l'epilessia.
Le assenze sono frequenti quando si rilassa o sta guardando la tele-visione e ha molta paura che si ripeta l'esperienza OBE dell'età giovanile.
Faccio l'ipotesi che le assenze siano episodi di trance spontanea e propongo a Graziella di verificarlo in ipnosi. Accetta con qualche perples-sità. Classifico facilmente Graziella come un soggetto visivo/cenestesico e le induco senza eccessive difficoltà una trance con levitazione di un brac-cio.
Le faccio immaginare di essere davanti al televisore e le faccio "sentire" le sensazioni che precedono le assenze spontanee. Le dico di abbandonarsi alla perdita di coscienza, spiegandole che da un certo punto del suo corpo uscirà una frazione della sua coscienza e che lei potrà lasciarla andare libera e serena "là dove ha grande desiderio di recarsi e che quando ci sarà arrivata, vedrà ciò che deve vedere, udrà ciò che deve udire e sentirà ciò che deve sentire". Aggiungo che non deve avere paura perché io la proteggerò.
A questo punto riduco la mia presenza nella sua mente, parlottando a bassa voce, in modo che possa vivere l'esperienza ipnotica senza interfe-renze ma, contemporaneamente, mi "senta" con lei.
Quando la riporto allo stato di coscienza vigile‚ è contenta e, al tempo, stesso stupefatta.
Il "frammento della sua coscienza"‚ andato a trovare l'uomo cui è legata sentimentalmente. È un uomo sposato col quale è costretta a vedersi di nascosto. L'ha trovato al lavoro, in ufficio, un luogo nel quale l'uomo le ha sempre proibito di andare. È sabato mattina e Graziella si meraviglia che fosse al lavoro, perché abitualmente il sabato non lo fa.
Ride divertita perché nell'ufficio era entrata nel corpo di una zanzara e ha vissuto tutta l'esperienza con il timore di essere schiacciata. Ha svolazzato per tutto l'ufficio tenendosi ben lontana dall'uomo chino sul suo lavoro. Le chiedo numerosi dettagli di ciò che ha visto e le faccio disegnare il ripiano della scrivania con la posizione di tutti gli oggetti che vi ha visto appoggiati sopra. Sono gli oggetti abituali che occupano uno scrittoio, ma due si rivelano importanti per un controllo "a posteriori". Uno viene definito un fermacarte di plastica verde ed è, in effetti, una rana di plastica con una piccola vaschetta sul dorso che può contenere gomme, fermagli o altri piccoli utensili di cancelleria. L'altro è un orologio da tavolo con una montatura d'argento in stile liberty del quale Graziella mi dà le misure approssimative e che ha visto collocato al centro della porzione anteriore del ripiano.

Chiedo a Graziella se possiamo telefonare subito all'uomo che ha "visitato" poco fa e Graziella acconsente. L'uomo risponde subito al tele-fono e me lo faccio passare prima che Graziella gli abbia detto nulla dei motivi della telefonata. Glieli spiego io e gli chiedo di descrivermi ciò che si trova sul ripiano della sua scrivania. Qualche dettaglio è impreciso, ma il fermacarte di plastica verde e l'orologio sono esattamente dove li ha visti Graziella.
Mi chiede come facevamo a sapere che era in ufficio dal momento che ha dovuto recarvisi per un imprevisto occorsogli circa un'ora prima che noi cominciassimo la seduta, quando Graziella era già nel mio studio.
Gli chiedo se vede una zanzara nella stanza e mi dice che ce ne erano tre. Una l'ha appena spiaccicata sul muro.

SECONDO CASO: Gabriella R., di 38 anni, manager di una piccola impresa editoriale, laureata in economia e commercio.
Nel corso della sua vita ha avuto qualche sogno premonitore su inci-denti della strada e la morte di alcuni parenti.
Le propongo di premonire i numeri del lotto e lei acconsente. Quando è in una buona trance, le suggerisco, come a Graziella, che un frammento della sua coscienza "si rechi nel futuro" ed entri nella ricevitoria del lotto che si trova vicino alla sua abitazione. È un bar e Gabriella vi si reca spesso a bere dei caffè‚ o a farvi colazione. Ha visto spesso i piccoli manifesti sui quali vengono pubblicati i numeri usciti nelle estrazioni della settimana. Le dico di guardare bene quanti più numeri può e di memorizzarli. Quando la riporto allo stato di coscienza vigile, ricorda solo un ambo e si è dimenticata di guardare su quale ruota era uscito. Giochiamo i numeri su tutte le ruote e vinciamo centosettantasei mila lire. Abbiamo giocato troppo poco e i numeri sono usciti sulla ruota di Bari.
Qualche tempo dopo, Gabriella ritenta la premonizione facendosi ipnotizzare da una sua amica e vince trecentomila lire.
 

CONCLUSIONI.

Non si può pretendere che i casi aneddotici che ho riferito siano prove scientifiche dei fenomeni ESP e dei rapporti che sussistono tra questi e gli stati modificati della coscienza. Per pretendere da essi prove di tanta importanza occorrerebbe una sperimentazione ampia, sistematica e rigo-rosamente controllata. Ciò malgrado sono suggestivi e incoraggianti.
Gli stati di coscienza esplorati sono alla portata di tutti e chi avesse avuto nel corso della vita qualche fenomeno ESP spontaneo, seguendo questi esempi, potrebbe essere invogliato ad addestrarsi per sviluppare una potenzialità.
I dettagli metodologici che io ho adottato e che differenziano questi esperimenti da quelli di altri ricercatori, sono il frutto di deduzioni basate su una migliore conoscenza degli stati di coscienza di quella disponibile in passato. Si può dunque sperare che ne esistano molti altri da scoprire e che una volta scoperti, rendano possibile la formulazione di un metodo se non infallibile, almeno più potente nel promuovere fenomeni ESP in stati modificati di coscienza.
Probabilmente, i fenomeni possono verificarsi perché‚ la coscienza vigile viene azzittita o, comunque, vengono inattivate le attività inibitorie che costituiscono la sua funzione principale. Se ciò è vero, qualunque trasfor-mazione della coscienza in cui si verifichi tale condizione, può dare luogo a fenomeni ESP.

Come ho detto all'inizio, tra i vari casi di presunti ESP che si sono verificati nel corso della sperimentazione, ho scelto quelli nei quali è stato possibile un controllo a posteriori di quanto era stato premonito. Ho anche evitato di includere esperienze trascendenti, quali il contatto con spiriti o con divinità, perché il pericolo di un'illusione, in questi casi, è altissimo.
Anche i quattro casi che ho presentato non sono inattaccabili da una critica approfondita. La casualità può aver fatto allucinare a Silvana un evento che non aveva nulla di premonitore. Gli incidenti aeronautici sono tra le premonizioni più frequenti nelle casistiche spontanee e poiché rara-mente vengono visti dettagli che permettano di identificare con esattezza assoluta di quale incidente si sia trattato, anche queste premonizioni sono spesso catalogate come coincidenze. Sia la rana di plastica che l'orologio liberty visti da Graziella potevano essere stati descritti dall'uomo in una conversazione che Graziella non ricordava, oppure potevano essere dei regali che Graziella stessa gli aveva fatto. Anche i numeri del lotto di Gabriella possono essere una coincidenza: il  fatto che abbiano fruttato una piccola somma di denaro non dimostra nulla.
Malgrado ciò, si è trattato di casi suggestivi e incoraggianti. Vale la pena di continuare con gli esperimenti.



 

 

 

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