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Maurizio Marchesi
Enrico Morselli e le polemiche sulla fotografia medianica di Maurizio Marchesi

Enrico Morselli e le polemiche sulla fotografia medianica di Maurizio Marchesi

Nell’Italia al bivio tra ‘800 e ‘900, lo scienziato modenese Enrico Morselli, all'epoca Direttore della Clinica per malattie nervose e mentali dell'università di Genova, è certamente personaggio di primo piano della ricerca scientifica.
Non è il caso, di fare storia, seppur interessantissima, dell'avvicinamento graduale di questo scienziato verso i fenomeni medianici . Ricordiamo, tuttavia, il suo precoce interesse, a Torino nel 1886, per la fenomenologia prodotta dall'ipnotizzatore di palcoscenico Donato, a cui egli stesso si sottopone.
Fatto da non sottovalutare per comprendere le prese di posizione successive, fu la polemica suscitata dal suo scritto del 1897, su "I fenomeni telepatici e le allucinazioni veridiche, Osservazioni critiche sul Neo-Misticismo psicologico". Questo opuscolo scientifico, dal tono ferocemente ironico nei confronti dello spiritismo, giudicato come una "setta che raduna spesso cervelli deboli" (Morselli 1897, p. 52); verrà criticato aspramente da Giovanni Battista Ermacora (illustre e attivo uomo di scienza, tra i principali collaboratori di Namias nel lavoro de Il Progresso Fotografico), che pur non essendo un credente dello spiritismo, afferma che quest'ultimo "rappresenta l'unico tentativo possibile di introdurre il metodo sperimentale nello studio delle religioni"  (Ermacora 1897a, p. 82).
   L'opuscolo di Morselli susciterà, pure, la reazione sde-gnata di Cesare Baudi di Vesme, che lo giudicherà irriguar-doso nei confronti di Lombroso, e così lo apostrofa:

 ...il nostro autore non ha proprio mai as-sistito ad una seduta spiritica, per quanto elementare, eppure parla di telepatia e spiritismo, allora mi sia lecito di trovare stupefacente che egli venga ad insegnarci il "metodo" d'appurare i fe-nomeni psichici...1897a (Baudi di Vesme 1897p. 264)

Lombroso rincara la dose, ricordando che:

   Chi nega questi fatti [i fenomeni medianici] addirittura, o si rifiuta di esaminarli prima di negarli, opera come chi, rifiutandosi di adoperare il microscopio, pretendesse poter negare l'esistenza dei microbi perché non li vede ad occhio nudo. (Lombroso in Baudi di Vesme 1897b , p. 265)

  Non è comunque del tutto vero che Morselli non vo-lesse “esaminarli” questi fatti, poiché nel 1892, si era dichiarato disponibile a visionare una serie di sedute di Eusapia Palladino a Milano. Disponibilità a cui non corrispose una risposta posi-tiva, da parte del protettore della medium, il cavalier Chiaia (Cfr. Biondi 1988, pp. 147-9; e Guarnieri, nota 19 a pp. 130-1).
   Queste polemiche saranno di forte stimolo per Morselli, che cercherà di rispondere, al quesito dello spiritismo, docu-mentandosi in modo enciclopedico. Per farlo, gli saranno di fondamentale aiuto Ernesto Bozzano e la sua Biblioteca, che gli permetteranno di conoscere gran parte della miriade di opere scritte sull'argomento. Per poi passare, successiva-mente, ad una indagine di tipo scientifico sulla medium Eusa-pia Palladino; che nel frattempo (1901), era stata invitata dal circolo Minerva di Genova, per studiare la fenomenologia me-dianica.
Ricordiamo, che per Morselli come per gli altri studiosi e psicologi analisti del periodo, i medium non erano altro che individui con una costituzione psichica in qualche modo anomala e con una personalità fragile disintegrabile al minimo urto emozionale. Morselli, ad esempio, vede un'analogia tra “isterismo [...] ipnotismo, e sonnambulismo [...] deliri sensoriali metabolici (tutti stati anormali con cui la medianità ha vincoli e somiglianze inconfutabili)" (Morselli 1908, Tomo I, p.90).
Morselli diverrà un grande conoscitore, di tutto quello che all'epoca era stato scritto e detto sullo spiritismo, ed anche della miriade di gruppuscoli di addetti ai lavori sparsi attorno al grande cantiere dell'occulto, dei quali scrive: "gli Spiritisti rappresentano almeno due confessioni principali, lo Spiritismo esclusivo e lo Spirito-occultismo, divise in numerose sette. Nei loro congressi [...] e i loro centocinquanta periodici" sono in "inconciliabile antagonismo" (Morselli 1908, Tomo I,p.48). In Italia, sempre secondo l'autore, la corrente Spirito-occultista è la più seguita, e in essa si ritrovano mescolati "lo spiritismo con la cabala ebraica, con la magia, alchimia, astrologia" e non manca la corrente del "Mesmer o magnetismo" con le "ipotesi delle emissioni fluidiche e delle ondulazioni dinamiche" (Morselli 1908, Tomo I, pp. 49-50).
Sempre a proposito delle influenze di Mesmer, occorre tenere presente che le ricerche sulla suggestione e l'ipnotismo hanno tutte origine dai suoi esperimenti sul magnetismo animale. Questi esperimenti saranno, dopo feroci accuse di im-brogli, riabilitati dagli interventi scientifici di Charcot e Richer  (Cfr. Ferrari 1987, p. 19, e Guarneri 1986, p. 104).
Il libro, Psicologia e Spiritismo (pubblicato nel 1908 an-che se già quasi terminato nel 1902), è sicuramente una sin-tesi approfondita delle sue ricerche nel mondo della fenomeno-logia medianica. Quest'opera, fu accolta con grande favore da Augusto Tamburini (suo illustre collega), che scrisse come grazie ad essa era possibile "scoprire lati finora ignorati e forse meravigliosi  della energia psichica" riguardo a "fenomeni" che la "scienza [...] ormai ha il dovere, di investigare" (Tamburini 1908, p.778-9). Anche Lombroso, nonostante una serie di cri-tiche, dichiara che "i meriti dell'opera sono molti" poiché' essa costituisce "un vero ponte [...] fra la scienza psichiatrica clas-sica e la futura scienza spiritica" (Lombroso 1908, p. 314).
La metodologia di come compiere le esperienze di ricerca, e per Morselli un problema di primaria importanza, come pure l'utilizzo di "apparecchi automaticamente registratori". Di-verse volta affronta l'argomento, auspicando, che per il futuro si smetta di fare "sedute" presso le abitazioni di conoscenti, e si proceda all'avvio di "quei Laboratori ideali di ricerche psichi-che" (Morselli 1908, Tomo II, p. 214).
La fotografia è considerata da Morselli come un "testimone" al di sopra delle parti, in questa disputa tra cre-denti, e non dello spiritismo. Anche la disposizione del gabi-netto medianico. diventa la disposizione di una camera di posa, e cosi la descrive:

    il gabinetto medianico era stato tappez-zato di tela bianca allo scopo di rendere meglio visibili le forme materializzate sul fondo e poterle eventualmente fotografare. Si era anche miglio-rata la disposizione delle macchine fotografiche allo scopo di fissare le levitazioni del tavolino. (Morselli 1908, Tomo I, p. 356)

Le "sedute" vengono quindi corredate di piante topo-grafiche in cui meticolosamente annotare la disposizione di lampade e macchine fotografiche (Morselli 1908, Tomo II, p. 216).
Il motivo che induce Morselli ad adottare la tecnica foto-grafica, consiste principalmente nel voler evitare che la senso-rialità dei partecipanti ad una seduta spiritica, possa essere in-fluenzata da allucinazioni o illusioni collettive. Infatti, afferma che "Vi  sono degli individui che quando stanno per cadere in estasi medianica [...] possono, con un atto volitivo del loro subconscio, [...] indurre, in un gruppo di persone presenti, delle illusioni ed allucinazioni" (Morselli 1908, Tomo II, p.21).In questo caso quindi, la fotografia, diventa un antidoto contro le illusioni collettive.

Una sua dichiarazione, estremamente chiarificatrice, è la seguente:

    É la fotografia il mezzo più facile e nello stesso tempo più sicuro e convincente per auten-ticare i fenomeni: la lastra sensibile non subisce suggestioni, ne ciò che essa registra può certa-mente dirsi di indole allucinatoria!... (Morselli 1908, Tomo I, p.356)

Morselli ci ricorda, inoltre, di come la foto spiritica, in quel periodo, fosse presa in grande considerazione dal movimento spiritista, in quanto di "primo ordine nella discussione sulle <prove sperimentali dello spiritismo>", ed anche assunta "dal Congresso spiritico-spiritualistico di Parigi)  al grado di prova perentoria dell'esistenza del Mondo ultra-sensibile" (Morselli 1908, Tomo II, p.262).
Anche il problema della classificazione delle fotografie spiritiche, sarà, con attenzione certosina, analizzato con un distinguo di 8 tipologie, a seconda delle "cose rappresentate".

1° Fotografie degli effetti materiali del mediumismo [ad esempio i mutamenti avvenuti nella sala delle espe-rienze].
2° Fotografie dei fenomeni meccanici in attuazione [come la levitazione del tavolino].
3° Fotografie degli effluvi e delle emanazioni più o meno visibili all'occhio [...].
4° Fotografie delle radiazioni di natura ignota im-percettibili ai nostri sensi normali [...].
5° Fotografia delle forme [...] che si mostrano per opera dei medium [...].
6° Fotografie dei fantasmi invisibili [impercettibili per l'occhio umano].
7° Fotografie delle apparizioni spontanee, cioè in assenza di ogni medium [...].
8° Fotografie di apparizioni provocate volontariamente per telepatia [...].
(Morselli 1908, Tomo II, pp. 262-265)

Morselli è consapevole degli inganni, che molti medium attuano durante le sedute, ma a ciò non guarda con l'occhio scandalizzato dell'uomo che si sente raggirato nella sua buona fede, ma con l'occhio critico dello scienziato, constatando che "quando si impongono ai medi condizioni diverse dalle solite, si comincia col rendere loro difficile il cadere in auto-ipnosi o trance completa, e con questo li si spinge, involontariamente, verso l'inganno" (Morselli 1908, Tomo I, p. 328). Invece, per quello che riguarda l'inganno fotografico, Morselli afferma che sono molte le illusioni e le "frodi [...] clamorose e furfantesche" che un uso improprio della fotografia può produrre, e dichiara che riguardo a certe prove "bisognerebbe operare un'inchiesta [...] anzi [...] un’istruttoria" (Morselli 1908, Tomo II, pp. 264-5).
Sempre riguardo all'opportunità, o meno, di un utilizzo della moderna tecnologia fotografica, è di notevole chiarezza il suo seguente discorso, dove definisce la fotografia come il "più desiderabile dei metodi di riprova", ma allo stesso tempo è consapevole dei limiti operativi dovuti ad una tecnologia non ancora perfetta, quindi afferma:

 Vorrei in particolar modo cogliere gli aspetti fuggevoli delle apparizioni e fantasmi, che per nostra buona ventura si <materializzassero> [dato che con ]. La macchina fotografica [...] si prevede [...] la rapidità e il nessun ordine delle manifestazioni ne limiteranno assai l'uso. (Morselli 1908, Tomo I, pp. 183-184).
 
Estremamente interessante, la trattazione del problema, di "Come [...] le idee del medium si teleplasmano". Argomento, che gli permette di passare in rassegna, i diversi la-vori sulla fotografia del pensiero; tra cui le fotografie prodotte da De Rochas (quelle che hanno come soggetto la medium Lina), e quelle pubblicate da Aksakov (1890) in riferimento a quella che lui definisce "fotografia dell'occulto" (Morselli 1908, Tomo II, p. 192).
Problema legato al precedente, è quello delle "condensazioni biopsichiche", in quanto le "forme plasmate dalle forze biopsichiche radianti del medium" sono impercetti-bili alla nostra vista, e "sentite soltanto dalle sostanze chimiche da cui è sensibilizzata una lastra fotografica", ma qualche volta come tutti gli oggetti materiali (secondo Morselli) impressio-nano "anche il fondo del nostro occhio e sono percepite al di là della retina nei centri visuali del cervello" (Morselli 1908, Tomo II, p. 189).
Anche se non sempre graditi alla medium, i controlli scientifici adottati durante il corso delle sedute, sono via via aumentati. Così, veniamo a sapere, che "A riguardo della fotografia, il misoneismo di Eusapia ormai ha ceduto". A questo proposito, si preparano, una lunga serie di "apparecchi per produrre varie sorte di luci", così descritti:

1° la illuminazione piena a luce elettrica stradale (lampadine ad incandescenza);
2° la illuminazione ottenuta con la combustione di sostanze grasse (candele steariche);
3° la luce senza raggi actinici, ottenuta con la lampada elettrica da fotografo (a vetro rosso);
4° la fluorescenza mediante fogli cosparsi di polvere di sali fluorescenti (raggi di Becquerel);
5° infine, la luce catodica ottenuta con la grossa ampolla di Crookes messa in attività mediante pile (Morselli 1908, Tomo I, p. 356)

Nella seduta del 1° marzo 1902, viene fato un tentativo di fotografia spiritica da parte di un certo sig.Montaldo "ottimo dilettante fotografo";il risultato viene giudicato come la registrazione di "forme" o "radiazioni fluidiche" di natura ignota (Morselli 1908, Tomo II, p.261).
Vedremo come questa fotografia di misteriose forme sfe-roidali, sarà di grande interesse per comprendere la tesi (personale) di Morselli  , riguardo la natura delle materializza-zioni di fantasmi.
Nell'ambiente illuminato da "lampada a gas", in cui ad "un'esperienza elementare di fotometria" era possibile distinguere l'ora dell'orologio da tasca e i "chiaroscuri delle incisioni e fotografie appese alle pareti", vengono viste da tutti i parteci-panti una serie di apparizioni (Morselli 1908, Tomo II, p220).
Di questi fantasmi, vengono poi eseguiti dei disegni, da parte di un disegnatore professionista prescelto allo scopo, che elaborerà degli schizzi a matita fornitigli da Morselli. Per togliere ogni possibile dubbio agli scettici, sulla natura reale di queste apparizioni, Morselli dichiara:

...sono arcicerto che nell'osservare non ero "disgregato"; percepivo il fatto coi sensi, ma lo apprezzavo nel tempo stesso con la ragione; ve-devo fuori di me ciò che succedeva nella stanza [quindi polemico verso certi increduli colleghi, forse riferendosi al Tamburini, afferma]. Dunque, per la fisio-psicologia positiva [con il suo spiegare le visioni di fantasmi attraverso la suggestione di menti deboli e disgregate] non c'è scampo [...poiché quello che è stato percepito, non lo è stato né] per suggestione altrui [né] per autosuggestione. (Morselli 1908, Tomo II,p. 231).

Per lo scienziato modenese, scartata a priori la tesi spiritista, non rimane che la seguente deduzione:

 ...Eusapia Paladino, caduta in profondissima "trance" e perciò dotata di medianità eccezionalmente forte, valendosi delle forze biopsichiche tuttora ignote che può irradiare o emanare attorno a sé [è riuscita] a produrre degli "ectoplasmi" completi, foggiati in "persone" d'una data apparenza conforme a ricordi tradizionali la-tenti e ad immagini assorbite dall'ambiente e di-scese nella sua subcoscienza. (Morselli 1908, Tomo II, p.244).

A quel punto, per Morselli, non rimaneva che verificare la fotografia della seduta (eseguita da Montaldo), invece con sorpresa:

 A dir vero, noi ci aspettavamo le immagini più o meno nette della vecchia dalla cuffia e del bambino [erano i fantasmi intravisti dai partecipanti alla seduta] sono invece apparse delle macchie biancastre non aventi alcuna analogia con figure umane [e visto che] l'esame della fotografia ottenuta è tutt'altro che inutile, giacché la lastra presenta delle impressioni luminose insolite, non ascrivibili a penetrazione inavvertita della luce del gas, né ad errori di tecnica, né a difetti del vetro [si può quindi affermare che sono stati registrati] dischi o fiocchi luminosi [...] con in più una larga macchia biancastra, nebulare e sfumata [...] quasi di condensazione della materia... (Morselli 1908, Tomo II, pp. 260-2).

In sintesi per Morselli quella fotografia "insolita" di "condensazione della materia", anche se non completamente spiegabile, era utile perché rappresentava un sostegno alla sua ipotesi del come fossero possibili le materializzazioni, che così spiega:

 Io reputo che il grave problema delle materializzazioni sia duplice, biogenetico, (la "sostanza"), psicogenetico (la "forma") [quindi] le figure da noi vedute e apprezzate fuoriuscivano dal cervello del medium, erano produzioni estem-poranee del suo pensiero proiettatesi nello spazio, creazioni effimere ed inconsistenti [...] ecto-plasmi transitori irradiati dai centri nervosi d'Eu-sapia e foggiati idealmente dal suo subliminale...   (Morselli 1908, Tomo II, p.248).

Per Morselli, forse troppo fiducioso nelle possibilità cri-tiche della propria vista, è dunque impensabile che il fenomeno sia sostenuto (anche solo in parte) dalla suggestione dell’inconscio degli osservatori. E questo, forse, trascurando il fatto, che il riconoscere, è una operazione cognitiva che collega il vedere e il sapere. Relegherà, a vaga congettura, la possibilità che:

 ...l'Eusapia in "trance" abbia proiettato dal suo organismo soltanto quegli ectoplasmi indeterminati, quelle radiazioni transuenti, e che poi ci abbia suggestionato (mentalmente) di percepirli sotto una forma più distinta e più personale...(Morselli 1908, Tomo II, p.266).

L'ipotesi Morselliana, non si discosta dalle teorie psi-chiatriche del momento, e come egli stesso avverte:

 ...tutti noi alienisti siamo d'accordo nel riconoscere che il sognante, il delirante, l'isterico, il paranoico, l'alcolizzato, l'ipnotizzato proiettano all’esterno il fatto allucinatorio che localizzano nello spazio e chiaramente con tutti i caratteri della realtà: con una forma, con un colorito, con una estensione nei tre elementi spaziali...   (Morselli 1908, Tomo II, p.245).

Allo stesso tempo, si concilia, con le bistrattate teorie del francese Hypolite Baraduc, e continua:

 ...veggo amucchiarsi le prove “documentate” dell'esistenza di proiezioni bio-psi-chiche [...] e non sento nella mia coscienza di positivista irremovibile nessuna ripugnanza ad accettarle. [...] ed anche se questo fatto fosse rappresentato dalle psichicone del Baraduc, ossia da immagini proiettate fuori del cervello di certi sog-getti (neuropatici, isterici, ipnotizzati e medium), raccolte su lastre bromurate e stampate con l'ordinario processo fotografico, che cosa rimarrebbe da obiettare? Unicamente questo: che le psichi-cone possono essere il risultato di cattive esperienze, di inabilità sperimentale, di coincidenze fortuite [...]. Ad ogni modo, c’è qui un subjietto magnifico di studio: da una parte ci sono fatti da verificare; dall'altra c’è già una teoria che nessuno vorrà ostinarsi a dire trascendentale ed occulti-stica, tanto è grande la sua possibilità in astratto, tanto è riconoscibile la sua verosimiglianza conforme al principio logico della analogia nel campo dei fenomeni fisici.    (Morselli 1908, Tomo II, pp. 247-8).

Morselli conclude l'analisi della "lastra" di Montaldo, sostenendo che essa appartiene a quel singolare "genere di fotografie" unico nel potersi denominare "<spirituale>, giacché non corrisponderebbe a nulla di materiale pei nostri sensi". Prosegue poi nel suo ragionamento, affermando, che "ciò non implica che esse si debbano coll'Aksakoff chiamare "trascendentali!", domandandosi ironicamente, "come possono dirsi trascendentali  dei modestissimi risultati di facili manovre tecniche su lastre chimicamente preparate ad hoc?" (Morselli 1908, Tomo II, pp. 266-7).
Nella seduta del 7 gennaio 1907, Morselli con l'aiuto del dott. Venzano (fotografo dilettante), si propone di ottenere una registrazione delle forze che intervengono nella "levitazione del tavolo" (Morselli 1908, Tomo II, pp. 414-7).
Il risultato, rappresentato da una "negativa di una fotografia stereoscopica" (sviluppata dallo stesso Venzano), viene accolto con grande entusiasmo. Si intravedono delle "<strie>" che attraversano "il campo di presa dell'obiettivo [...] avvolgentisi attorno al tavolo" e come un "ammasso" di "razzi" alzatisi dal pavimento", che finalmente darebbero la prova "fissata col processo chimico, che non mente”, della realtà riguardo la "emanazione odica" o fluidica o animica che si suppone dai teorizzatori dello psichismo costituire la forza radioattiva dai medii". Morselli racconta, che in un primo momento le "strie radianti" vennero interpretate come "linee di forza", mentre il fascio luminoso al di sotto del tavolino fu giudicato come "esplosione dell'occulto biodinamismo proiettato dal medium"; ma non mancarono ulteriori ipotesi, come quella (riportata con tono ironico) che si potesse trattare di un fenomeno simile, a quello "delle gocce eteree di preghiera fotografate dal Baraduc a Lourdes" (Morselli 1908, Tomo II, pp. 476-8).
Il mistero non durerà a lungo, difatti dopo un attento esame "stereoscopico" con l'ausilio di una "lente di ingrandi-mento", viene scoperto che:

 ...tutte quelle apparenze ingannatrici sono date da una candela accesa, che ha attra-versato lo spazio più volte davanti all'obiettivo aperto della macchina, perché deposta sul pavi-mento al di fuori della nostra catena e davanti al tavolino, aveva servito a mettere la camera oscura a foco... (Morselli 1908, Tomo II, p. 478).

L'errore viene giudicato comprensibile, dato che la "lastra enigmatica" sottoposta "all'esame di parecchi fotografi professionisti", rimase per tutti un mistero. Solo dopo che fu "diagnosticata la <fiamma di candela>", fu facile per "il fotografo egregio della città [...] sig. Sciutto, eseguire delle esperienze analoghe"  (Morselli 1908, Tomo II, p. 479).
Tutto l'entusiasmo di Morselli per l'uso della retina dello scienziato, a quel punto svanisce, e si trasforma in risentita delusione:
   Un raffronto con certe fotografie di "corpi astrali a fa-scie" oppure a "globi" rese di pubblica ragione nei periodici e libri di spiritismo e psichismo [...] mi porta a concludere che esse siano frequentemente (o sempre?) il prodotto illusorio di errori tecnici o di dimenticanze...   (Morselli 1908, Tomo II, p.480).

Le critiche di Morselli, riguardo questa fotografia, saranno conosciute ancor prima della pubblicazione di Psicologia e Spiritismo nel 1908. La causa di questa prematura pubblicità è da attribuirsi ad un articolo di Lombroso, intitolato "Eusapia Paladino e lo spiritismo"; dove si analizza la fotografia di Venzano   con "strie" e "fasci radianti" e se ne ipotizza una rivelazione dello "stato radiante" della materia detta altrimenti "quarta dimensione" (Lombroso 1907, pp. 715-23).
Seguirà un articolo polemico di Morselli, intitolato "Per una fotografia fallace", indirizzato alla rivista Luce e Ombra. In cui si avverte che "quelle strie" sono "un errore di tecnica fotografica", e che Lombroso avendo inserito "quella fotografia" nel suo articolo, non si era accertato riguardo a "monche" e "inesatte informazioni" (Morselli 1907, pp. 536-7).
Lombroso farà pubblica ammenda di questa distrazione, con un articolo di rettifica sul Corriere della Sera (12 settembre 1907), e con una lettera aperta indirizzata alla redazione di Luce e Ombra; in cui affermerà che "Nell'indicazione delle figure del mio ultimo articolo sullo spiritismo [...] sono incorso in parecchie inesattezze"  (Lombroso in Morselli 1907, p. 537).
La vicenda comunque non si fermerà, e addirittura dall'Argentina arriveranno delle fotografie di un certo sig. Ginatta, di Buenos Aires, in aperta polemica verso Morselli. Ginatta, scriverà pure una lettera, che verrà pubblicata con il titolo di "A proposito di una fotografia fallace", dove afferma, che il medesimo fenomeno (l'effetto fluidico), è “stato scoperto ed afferrato dalla macchina di meno illustri però molto sinceri investigatori [...] senza il passaggio di nessuna candela". Si riferiva, ad un paio di fotografie, in cui era possibile ammirare le "fasce radianti" che circondano il corpo della medium (sua moglie) fotografate da "un amico intimo" di "cui non è lecito dubitare in alcun modo" (Ginatta 1908, pp. 100-1).
Neppure altri 4 anni saranno sufficienti a dimenticare questo singolare caso di fotografia spiritica. Sarà Vincenzo Tummolo, nella edizione italiana di Animismo e Spiritismo, ad attaccare il "professore di Genova" (Tummolo [1912] in Aksakov 1890, p.135); colpevole, di aver scritto che "Le fotografie dell'invisibile sono state un tracollo per lo spiritismo" (Morselli 1908, Tomo II, p.478), e questo basandolo solamente, su una propria "pseudo-fotografia medianica". Per Tummolo, invece, l'emerito "professore":

 ...avea sperato di trovar genuina una fotografia di radiazioni psichiche da lui ottenuta; e invece trovò che era una [...] fiamma di candela! Ma, se il Morselli poté esser sì distratto nelle sue esperienze da saper dimenticare che nella stanza della seduta era passata una candela accesa davanti all'obiettivo aperto [...] noi siam convinti che distratti a tal segno non furono gli sperimentatori, di cui fè parola l'Aksakof. (Tummolo [1912] in Aksakov 1890, p. 135).

Tanta cattiveria, nei confronti di Morselli, aveva comunque un motivo. Tummolo non poteva lasciar correre le critiche che erano state fatte al libro di Aksakov, o meglio, alla credibilità degli autori di fotografie spiritiche ivi pubblicate. Infatti, Morselli, aveva scritto che dei famosi "fotografi spiritualisti [...] nessuno si è salvato dall'eccidio che ne ha fatto la Sidgwick [...] tutti impostori!" (Morselli 1908, Tomo II, p. 478).
Si riferiva ad un articolo apparso nel 1892, "On Spirit Photographs, A Reply to Mr. A. R. Wallace", scritto dalla signora Eleanor Sidgwick; famosa all'epoca perché incaricata dalla Enciclopedia Britannica (1886) di compilare un articolo sullo Spiritualismo. La Sidgwick scrisse questo documento, come reazione alla tesi di Alfred Wallace; che sul periodico americano The Arena (del gennaio 1891) affermava: la fotografia essere il "crucial test in the problem of subjectivity or objectivity of apparitions" (Alfred Russel Wallace [1891] in Sidgwick 1892, p. 268). La Sidgwick aveva dichiarato, che per Aksakov i risultati della fotografia medianica (e specialmente quelli del fotografo Beattie di cui aveva pubblicato e analizzato decine di immagini), erano la "foundation-stone" dello studio degli stessi fenomeni. Dopo di ché, demoliva con una serie di testimonianze, la credibilità scientifica della fotografia spiritica. In particolare, se la prendeva con Beattie (fotografo in pensione che si era dedicato a questi studi, a Clifton nel 1872), per l’ingenuità con cui si era lasciato ingannare dal fotografo professionista Josty; quest'ultimo, nel 1886, venne rinchiuso in un campo di lavoro per diversi episodi che andavano dalla truffa all'ubriacatura molesta (Sidgwick 1892, pp. 284-7).
In conclusione, questo documento, che insieme alla fotografia del tavolo aveva rappresentato per Morselli un pilastro essenziale alla propria tesi antispiritista, venne invece bollato da Tummolo come una "critica [...] sì vacua e tanto stranamente pretenziosa, che non la stimiamo degna di alcuna risposta"  (Tummolo [1912] in Aksakov 1890, p.135).
 

                                             MAURIZIO  MARCHESI
 
 
 

BIBLIOGRAFIA:

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Biondi Massimo (1988), Tavoli e medium, storia dello spiritismo in Italia, Roma, Gremese.

Cagnetta Franco (1981), a cura di f: Cagnetta con la collaborazione di Jacqueline Sonolet del Musèe d’Historie de la Medicine di Parigi, Nascita della fotografia Psichiatrica, Venezia, Marsilio.

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Volpi Ernesto (1890), “Mémoire de M: Ernesto Volpi”, in AAVV, Congrés Spirite et Spiritualiste, Paris, Librairie Spirite, pp. 316-25.
 
 
 
 
 
 
 

SUMMARY

ENRICO MORSELLI AND THE POLEMICS ABOUT MEDIUMISTIC PHOTOGRAPHY
by Maurizio Marchesi

Enrico Morselli, great scientist from Modena, was the director of the Clinic for Mental Diseases at the University of Genova between the end of the 19th century and the beginning of the 20th century.
In that period he held a controversy against the famous scientist Lombroso and others about the interpretation of spiritistic phenomena and mediumistic thesis a priori. He is persuaded that a very strong medium, in a deep trance, making use of unknown biopsychic energies, is able to produce ectoplasm having the appearance of persons corresponding to memories and images present in the subconscious.
In the methodology of the experiments the photography is considered by Morselli as the most sure and convincing means to certify the phenomena since the sensitive plate doesn’t experience any suggestion.
At the same time, Morselli is aware of the illusions and the cheats that an incorrect use of photography can produce and he is also aware of the limitations of the technology.
The author of the article concentrates his attention in particular on the controversial results of photographs taken during a couple of seances with the medium Eusapia Paladino.



 

 

 

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