La ricerca psichica sta vivendo momenti di grande cambiamento, sotto la spinta delle Neuroscienze, della PNEI e, come si è visto nei precedenti articoli, della Fisica Quantistica. La scienza perviene con i suoi metodi a nuove conoscenze e la tecnologia trasforma le scoperte in applicazioni concrete. Spesso questo avviene nel mondo economico industriale, che ha interesse a utilizzare il portato delle conoscenze sviluppate nel mondo “aziendale”: e da qui si possono trarre spunti utili alla individuazione di capacità mentali, forse anche extra sensoriali, da verificare e sviluppare.
Ad esempio nel mondo aziendale si sta sempre più affermando un approccio di ricerca e intervento basato sulla Behavior Analysis (analisi del comportamento). Di cosa si tratta? In sostanza il modello teorico derivato da Skinner si fonda sui principi del “Condizionamento Operante”. In realtà ogni essere umano apprende attraverso un processo di input sensoriali (Antecedenti) che spingono ad agire in un dato modo, condizionando in parte le scelte umane di comportamento, che tuttavia possono essere anche autonome o anarchiche rispetto ai segnali ricevuti. Il comportamento che viene messo in atto è rilevabile oggettivamente, indipendentemente da tutto quanto lo precede, seppur condizionato da principi, valori, convinzioni, modalità acquisite in precedenza.
A valle del comportamento intrapreso in una data situazione possono esserci o meno conseguenze che, se percepite e immediate, inducono ad acquisire esperienze positive o negative che influiranno sui comportamenti futuri. Ad esempio se una persona si comporta in modo errato in una certa situazione, il fatto di ricevere un feedback immediato potrà portarlo a scegliere comportamenti diversi in futuro nella stessa situazione. Ove non ricevesse nessun segnale o feedback lontani nel tempo, la persona sarebbe probabilmente portata a ripetere quel comportamento “errato”.
Un modello applicato in azienda…
Nel campo della Sicurezza, ad esempio, l’osservazione dei comportamenti agiti e il feedback fornito in tempi quasi reali, aiuta a interiorizzare i comportamenti sicuri, evitando rischi di ricorrere a comportamenti insicuri, che sono alla base degli infortuni.
Il modello (Antecedenti – Comportamento – Conseguenze) è basato su fatti evidenti (Analisi oggettiva delle azioni realmente compiute) e si sviluppa attraverso la modifica delle Conseguenze, unica leva che consente di far cambiare i comportamenti non idonei rispetto all’obiettivo (ad esempio la sicurezza, la performance o qualsiasi comportamento da correggere, tanto sul lavoro quanto in famiglia).
Anche il sistema degli incentivi (verso i collaboratori o verso i figli) deve essere, in questo modello, attuato sui comportamenti e non sui risultati, essendo i primi oggettivamente rilevabili e ascrivibili alla persona, mentre i secondi possono dipendere da più variabili e non assicurano un reale cambiamento nella persona. Detto ciò, si può immaginare un’estensione dell’applicazione della Behavior Analysis, costruita sulla Scienza del Comportamento e pertanto evidence based, al campo delle Ricerche Psichiche.
Parapsicologia: il problema della ripetitività
Sappiamo tutti che uno dei limiti della parapsicologia è l’annosa questione della ripetibilità, richiesta da più scienziati come prova stabile di una facoltà di percezione extra sensoriale. Nel campo sociale ed umano, come in molti aspetti della scienza, la ripetibilità non è un obbligo assoluto e molte convenzioni scientifiche sono basate su rilevazioni e modelli teorici non suffragati da alcuna ripetitività.
Peraltro i ricercatori del paranormale sanno bene che se potessero dimostrare le potenzialità della mente con una consistente ripetitività, molti muri cadrebbero. Bene, l’approccio della Behavior Analysis, fondato su principi scientifici e sull’oggettività, afferma che tutti i comportamenti si possono acquisire grazie ad un sistema di rinforzi positivi (o negativi) sui comportamenti che si vogliono cambiare.
L’Analisi consente di individuare le cause degli “errori” rispetto alle attese e di modificare gli effetti, in particolare attraverso feedback immediati, così da “condizionare” i comportamenti progressivamente.
Facciamo un esempio concreto: un sensitivo dotato si sottopone a molti esperimenti e in parte fornisce risposte che appaiono, qualitativamente o quantitativamente, possibili solo se un processo diverso da quello dei 5 sensi ha agito. Se si ricostruiscono le modalità attraverso le quali opera la sua particolare sensibilità, si possono rinforzare i comportamenti che lo portano ad indovinare anziché sbagliare. Anche ove non si sappia cosa succede nella mente del sensitivo e quindi non si possa agire sugli Antecedenti, si può sempre operare un condizionamento immediato e costante sull’effetto prodotto dal suo tentativo di indovinamento.
La variabile tempo
Di norma si lascia al soggetto sperimentato un tempo per esprimere la sua risposta ad uno stimolo ignoto, senza conoscere cosa avviene in tutto quel frattempo.
Uno dei modi del condizionamento operante alla base della Behavior Analysis, applicata ad esempio nell’apprendimento, lavora in tempi brevissimi, lanciando stimoli (domande) a cui il soggetto deve rispondere rapidissimamente ottenendo subito un feedback sull’esito. In questo caso si tratta di informazioni che deve apprendere e che apprende meglio in un botta e risposta velocissimo e ripetuto più volte, che instaura un meccanismo automatico di risposta che fa “ricordare” la scelta esatta, più velocemente e più permanentemente di qualsiasi altro modo.
Ora, se negli esperimenti con i sensitivi si introducessero i principi della Behavior Analysis, si dovrebbe ristrutturare completamente il protocollo sperimentale, con l’intento non tanto e non solo di rilevare il tasso di sensitività del soggetto sperimentato, bensì con l’obiettivo di migliorarne le prestazioni nel tempo, così che i processi neuronali che consentono l’ESP si affermino indipendentemente dalla volontà soggettiva. In sostanza si tratterebbe di automatizzare il sistema dei processi neurali che esprimono la percezione extrasensoriale, portando il soggetto ad automatizzare, sotto la pressione (domande-risposte) e con il supporto del feedback immediato (esatto-sbagliato).
Tra l’altro, un modello siffatto, potrebbe essere facilmente inserito su Internet dove moltissime persone potrebbero partecipare, non più alla ricerca di una prova delle eventuali facoltà paranormali, bensì all’allenamento dell’ESP.
Se, parafrasando un libro di Manuela Pompas, “Siamo tutti sensitivi”, forse è il caso di allenare ogni giorno la nostra sensibilità: e potremmo scoprire anche che il mondo reale è un altro.