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Giuseppe Perfetto
L’INTUIZIONE


Testo presentato a XII International Congress on Borderland Experiences, San Marino, il 18 Maggio 2008.

L’INTUIZIONE
Dr. Giuseppe Perfetto [ vicepresidente di AISM e direttore della rivista Metapsichica ]

A tutti noi è capitato di avere intuizioni, alcune verificabili all’istante: l’intuizione di ricevere una telefonata o delle novità, trovare una soluzione veramente innovativa, oppure la sensazione irresistibile di doversi mettere in contatto con una certa persona, di fare un determinato percorso piuttosto che un altro, di sviluppare una determinata idea, che in un posto ci sia qualcosa da cercare anche se non sappiamo ancora bene cosa né come cercarla…
Si racconta che Edison non trovando fili sufficientemente sottili per preparare i filamenti della sua prima lampadina utilizzò i capelli di sua moglie. Edison ha dato all’oggetto “capello”, la cui naturale funzione è comporre la capigliatura, quella di filamento conduttore di elettricità. Questo potrebbe essere un buon esempio di come funziona l’intuizione: per scoprire soluzioni innovative, inusuali, è necessario uscire dagli schemi mentali cui siamo abituati al fine di trovare funzioni diverse a oggetti che ne avevano un’altra.
Lo psicologo Kohler chiamò “insight” questa modalità creativa di risoluzione dei problemi. L’insight è un processo di ristrutturazione cognitiva: consapevolezza di un’originale relazione fra gli elementi, quindi una rapida percezione del problema radicalmente nuova. L’intuizione sorge dalla scoperta di un diverso rapporto fra elementi, una relazione spesso non logica ma analogica, non-lineare, non-sequenziale, la quale consente un nuovo modo di interpretare la situazione totale.
Il tutto è più della semplice somma delle sue parti: è essenziale la “configurazione”, piuttosto che l’elemento in sé.
Lo stesso termine “intelligenza”, nel suo significato più proprio, vuol dire “saper legare”, “saper connettere” (derivando dal latino intelligere = inter, “tra” e legere, “legare”, “raccogliere”).
Ciò che rende possibile l’intuizione è la seguente pre-condizione: uscire dal già noto, sfidare l’ovvio, la capacità di superare le rassicurazioni del conosciuto per abbracciare l’ignoto.
Il “noto” è ciò che già si conosce, è ciò a cui comunemente attingiamo quando cerchiamo la soluzione ad un problema: eseguiamo “ad occhi chiusi”, in modo automatico, ciò che si è già applicato, facendo ricorso alla nostra esperienza o memoria.
Produrre il nuovo, trovare soluzioni innovative, è possibile se si affronta un problema, o una situazione, sospendendo (momentaneamente) ogni riferimento al precostituito, al già sperimentato, sostando nell’incertezza, nel dubbio.
Purtroppo non siamo stati educati a trovare più (o diverse) soluzioni allo stesso problema, ma abbiamo appreso ad applicare strategie ripetitive o procedimenti collaudati. Ciò che si conosce, ciò che si è sempre fatto, dà sicurezza e consente un controllo sulla situazione problematica: è rassicurante, meno impegnativo, generalmente adattivo, anche se routinario e noioso.
Di fronte ai cambiamenti, in particolare quando ci viene richiesto di modificare i nostri schemi mentali, la nostra prima reazione è l’opposività: si oppone resistenza ai cambiamenti perché il nuovo crea sempre ansia. Tuttavia, se osserviamo cosa hanno in comune le cosiddette personalità creative potremmo rilevare queste capacità:
 · dubitare dell’ovvio
 · il non affidarsi a un quadro di riferimento privilegiato
 · assumere nuovi punti di vista, cambiando la prospettiva
 · navigare nell’incertezza
 · l’essere perplesso, di sospendere il giudizio critico, di mettere tra parentesi l’obiettività
 · confidare nella produttività dell’assurdo
 · stabilire relazioni originali o ardite, ricombinando gli elementi in modo insolito

Da un punto di vista evolutivo l’intuizione è fra i modi più antichi di funzionamento della psiche umana. Scrive Eric Berne: «In termini biologici, l’intuizione può essere messa in relazione ai processi cognitivi primitivi. In termini filogenetici, essa ha preceduto la conoscenza e la comunicazione verbale, e così anche in termini ontogenetici. (…) L’intuizione è una facoltà archeopsichica. Dal punto di vista dinamico, la sua efficacia può essere ridotta dall’attività neopsichica o esteropsichica. Essa, per ciò, funziona al meglio quando predomina uno stato dell’Io archeopsichico e quando gli stati dell’Io neopsichico ed esteropsichico sono de-energizzati ed esautorati. (…) In questo sistema l’intelletto ha un posto ben preciso: quelle che per l’archeopsiche sono “conclusioni” diventano per la neopsiche “dati da elaborare”. (…) Le intuizioni sono la sintesi di elementi sensoriali distinti (“percezioni subliminali”) di cui sia la percezione sia la sintesi hanno luogo al di sotto della soglia di coscienza. Di analoghe percezioni parla Freud come di parti dei “residui diurni” dei sogni. (…) Questa definizione si avvicina a quella di Jung secondo cui l’intuizione “è quella funzione psicologica che trasmette percezioni in modo inconscio”. (…) Questo concetto d’intuizione implica che l’individuo possa conoscere qualcosa senza sapere come lo conosce».
L’intuizione è un processo mentale sorto prima delle cosiddette funzioni cognitive superiori (ragionamento, pensiero logico, astrazione, analisi, linguaggio…) ed è da queste ostacolato. Il “luogo psichico” dove è conservata questa sorta di nostra “mente originaria” è l’inconscio. Il sogno è uno dei linguaggi con cui ci parla il nostro inconscio, e il sogno è, per esperienza comune, un mondo ove tutto può accadere, è il regno delle infinite possibilità: per esempio nel sogno possiamo volare, essere ciò che ordinariamente non siamo, ecc… Il sogno, governato dai processi dell’inconscio, segue logiche irrazionali (temporalmente possiamo rivivere nel passato o proiettarci in situazioni future, osservare luoghi spazialmente distanti dal dormiente…), si struttura su immagini e simboli (qualcosa è rappresentato da qualcos’altro) e non ha vincoli sensoriali (il cervello processa solo informazioni interne). Come funziona il sogno? In un modo straordinariamente creativo: la trama narrativa del sogno si organizza a partire dai cosiddetti “resti diurni”, ovvero l’inconscio utilizza frammenti di ricordi, generalmente eventi accaduti durante la giornata, e li rielabora in modo fantastico. Questi disparati e vari elementi mnestici sono associati fra loro, rielaborati, simbolizzati e messi in relazione con vari altri elementi psichici presenti nel nostro inconscio. Il risultato è quel film tutto privato che chiamiamo sogno.
Non è un caso che molte soluzioni a problemi, anche scientifici, sono state trovate dopo una notte di sonno. Un problema cui non siamo pervenuti alla risoluzione durante la veglia, quindi utilizzando i meccanismi della logica razionale e analitica, possono trovare una soluzione al risveglio perché il nostro inconscio ha utilizzato meccanismi completamente diversi, magari producendo associazioni analogiche o simboliche estranee al nostro comune modo di pensare. Infatti, Jung definisce l’intuizione come una percezione tramite l’inconscio.

Come possiamo attivare la nostra intelligenza intuitiva per risolvere un qualsiasi problema o situazione? Possiamo presentare l’intuizione come un processo in cinque fasi, che si può chiamare delle cinque “i”: informazione, immaginazione, incubazione, illuminazione e ispezione.

INFORMAZIONE
Comunemente partiamo, dinanzi alla situazione problematica, da una fase iniziale di disagio. Anzitutto cerchiamo di accumulare il massimo d’informazioni sul quesito. Partiamo dal consueto modo logico e razionale: documentarsi, leggere, chiedere, interrogare, parlarne con altri… Riflettiamo a fondo sul quesito, attingendo anche al bagaglio di esperienze precedenti che hanno portato a soluzioni proficue. Trascriviamo o appuntiamo qualsiasi cosa ritenuta utile o importante.

IMMAGINAZIONE
A questo punto, spazio alla loro immaginazione: proveremo ad utilizzare la tecnica del brainstorming! “Brainstorming” è una di quelle parole straniere che ogni tanto si sentono. Cos’è? Verso il 1930 lo psicologo americano Osborn definì questa tecnica: brainstorming letteralmente significa “tempesta di cervelli”, “turbine mentale”. Viene attualmente utilizzata nelle aziende quando un gruppo di lavoro si trova in una situazione di stallo ideativo. Per liberare il processo creativo dei membri del gruppo si crea la condizione per potersi esprimere senza impedimenti: tutti dovranno dire liberamente ad alta voce le proprie idee, senza alcuna attenzione alla coerenza, all’ordine e alla logica. Per certi aspetti è un po’ quello che avviene dentro lo studio di uno psicoanalista: il paziente è invitato a dire tutto quello che gli passa per la mente, senza esercitare alcuna critica o auto-censura. Ovviamente questo è un procedimento che libera l’inconscio e “mette fuori gioco” la razionalità logica più ferrea. Durante la seduta di brainstorming il gruppo (preferibilmente eterogeneo) mette in comune quanto passa dalla mente di ciascuno, sia in risposta che in associazione a ciò che altri dicono. Le regole cui attenersi sono semplici: non esercitare alcuna auto-censura ma esprimere qualsiasi idea anche se assurda; non criticare, giudicare o valutare le idee esposte; produrre velocemente il maggior numero di idee per aumentare la probabilità di trovare quella che serve; favorire gli incroci con le idee degli altri, ribaltandole, completandole, ecc. Questa fase di libera esplorazione non dovrà però avvenire tra modelli di soluzione noti, ma spostando l’attenzione in aree differenti da quelle in cui il problema è sorto (o situato). Le idee possono essere anche rappresentate graficamente con un disegno, oppure, una modalità alternativa consiste nell’inventare una storia assurda il cui protagonista è il problema. Tutte le idee prodotte sono segnate da un conduttore su un cartellone visibile a tutti. La medesima tecnica può essere utilizzata dal singolo trascrivendo su un foglio tutte le idee o le possibili soluzioni, lasciandosi trasportare liberamente dal flusso creativo finché tende spontaneamente ad esaurirsi. Per questa fase è comunque opportuno darsi un tempo prefissato allo scadere del quale si potranno riconsiderare le idee migliori (una seduta collettiva di brainstorming dura circa un’ora).

INCUBAZIONE
Abbiamo fatto il massimo sul piano della consapevolezza. Ora lasciamo lavorare la vostra mente inconscia in modo autonomo. Chiudiamo tutti i libri. Smettiamo di consultare i nostri incartamenti, gli amici, i collaboratori, di pensare e riflettere sul problema. Passiamo a tutt’altro tipo di attività: svagatevi, dedicatevi al giardinaggio, ad uno sport, fate una passeggiata nella natura, andate a vedere un film o uno spettacolo, partite per il weekend… si lasci scorrere del tempo.

ILLUMINAZIONE
Eureka’! Ho trovato! La soluzione, o qualche eccellente idea ispirata, arriverà “da sola”, inaspettatamente. Questo fenomeno, l’“illuminazione”, sorprende le persone nelle situazioni più varie: nel momento dell’addormentamento, durante la notte, al risveglio, oppure davanti alla TV sulla poltrona, mentre portate i bambini a scuola, mentre guidate, ecc… Il fisico Fritjof Capra scriveva: «La conoscenza e le attività razionali costituiscono certamente la maggior parte della ricerca scientifica ma non il tutto. Di fatto, la parte razionale della ricerca sarebbe vana se non fosse completata dall’intuizione, che dona agli scienziati nuove idee e li rende creativi. Queste idee sono improvvise e arrivano, in modo caratteristico, non quando si è seduti alla scrivania a risolvere equazioni ma quando ci si stende nel proprio bagno, durante una passeggiata nella foresta, sulla spiaggia ecc. In questi periodi di rilassamento dopo un’attività mentale concentrata, l’intuizione sembra prendere il posto e può produrre l’idea luminosa e improvvisa che procura tanta gioia e delizie al ricercatore». Secondo la specifica predisposizione percettiva dominante, la risoluzione può comparire alla coscienza come una parola chiave d’innesco, una frase, un breve ragionamento, oppure un lampo improvviso o una specie di visione.

ISPEZIONE
Nella messa in atto della soluzione nuova, verificate la vostra intuizione tramite fatti obbiettivi e concreti o feedback specifici. Koestler, nel suo “L’atto creativo”, afferma che un’intuizione è come un salto nel buio, un’immersione nel profondo dove il tuffatore può risalire alla superficie con una manciata di fango o con un corallo: la verifica si potrà fare solo a posteriori.

Quanto descritto costituisce un modello di Problem Solving creativo.

In base alla psicologia analitica, i tratti di personalità del tipo intuitivo sono:
 · è interessato all’ignoto, all’invisibile, a ciò che è nascosto
 · sulla base di alcuni dettagli salienti tende a considerare il quadro completo (sintesi)
 · ricerca un modello o uno schema sottostante ai vari fenomeni
 · si chiede spesso: perché?
 · non è interessato ai fatti in sé, ma al senso, ai nessi, ai rapporti, alle relazioni fra cose o eventi
 · tende a vedere ciò che potrebbe essere, invece ciò che è
 · è dotato di immaginazione
 · è proiettato verso possibilità future, piuttosto che focalizzato sul passato
 · spesso si sente ispirato
 · accentua l’originalità
 · è interessato a significati alternativi
 · ama il cambiamento e le novità
 · agli altri appare un sognatore con scarso senso pratico
 · tende ad essere distratto
 · tende ad essere frettoloso e poco accurato nei dettagli (finali)
 · tende ad avere difficoltà nel ritrovare le cose
 · nella comunicazione tende ad essere vago, astratto, con carenza di dettagli
 · da risposte di carattere più generale che specifico
 · è più interessato alle idee, piuttosto che ai fatti
 · generalmente è poco interessato ai beni materiali
 · ha una concezione del tempo piuttosto soggettiva e relativa
 · tende al relativismo
 · sottostima la perseveranza
 · si lascia guidare più dalle impressioni che dalle istruzioni
 · ama risolvere i problemi secondo modalità innovative piuttosto che basarsi su modi standard
 · è più portato verso mansioni variegate, piuttosto che routinarie
 · tende a giungere a conclusioni affrettate o generalizzazioni improprie
 · si entusiasma di più per l’idea di dove sta andando, piuttosto che per l’idea di dove è

La nostra mente è biologicamente programmata per funzionare secondo un duplice sistema: da un lato vi è il pensiero razionale, logico e analitico, dall’altro un pensiero creativo, intuitivo, analogico…magico. La nostra mente funziona come un tutto, nessuna delle sue componenti dovrebbe essere esclusa.
Un giacimento di intuizioni è in possesso di tutti noi, e potremmo attingere a questo tesoro se non ci facessimo condizionare da diversi pensieri-trappole o frasi-killer, come:

 · “è impossibile”
 · “la logica e la razionalità sono le uniche modalità efficaci per risolvere il problema”
 · “è troppo difficile”
 · “è troppo faticoso”
 · “è così e non potrebbe essere altrimenti”
 · “è più comodo” (conformandosi)
 · “esisterà già”
 · “la direzione non sarà mai d’accordo”
 · “non ci si arriverà mai”
 · “esiste un unico modo di vedere la realtà”
 · “se questa idea fosse buona sarebbe già stata realizzata”

Concludo con una frase di Sri Aurobindo: “La conoscenza intuitiva è un lampo che scaturisce dal silenzio, e tutto è lì. Non è tanto questione di educarsi, quanto di liberarsi dalle ostruzioni”.


BIBLIOGRAFIA
Berne E. (1992) Intuizione e stati dell’Io, Astrolabio, Roma.
Capra F., (1989) Il Tao della fisica, Adelphi, Milano.
Darche C. (2007) L’intuizione, Mediterranee, Roma.
DePaul M., Ramsey W. (1998) Rethinking intuition. The psychology of intuition and its role in philosophical inquiry, Rowman & Littlefield, Lanham.
Goldsmith M., Wharton M. (1995) Conoscere me, conoscere te. Scoprire le proprie qualità e migliorarle con il metodo Myers-Briggs Type Indicator, San Paolo, Cinisello Balsamo.
Koestler A. (1975) L’atto della Creazione, Astrolabio, Roma.
Kohler W. (1961) La psicologia della gestalt, Feltrinelli, Milano.
Jung C.G. (1969) Tipi psicologici, Boringhieri, Torino.
Pacifico L.P. (2007) L’intuizione, Xenia, Milano.
Thomson L. (1999) Il libro dei tipi psicologici, Astrolabio, Roma.

ABSTRACT
The intuition is born from the discovery of a different relationship among elements: not logic but analogical relationship that allow a new way of interpreting the total situation.
The intuition is an ancient way of operation of the human psyche.
The intuition, as creative problem solving, is a process in five phases: information (to get together the maximum of information on the problem), imagination (technique of the brainstorming), incubation (to leave to spend the time, meanwhile the unconscious works), illumination (the solution arrives unexpectedly), and inspection (verification through objective facts or specific feedback).
In the analytical psychology, the characters of personality of the intuitive type are: on the base of important details considers the complete picture (synthesis), seeks a model or a scheme underlying the phenomenon, is not interested to the facts but to the relationships between things or events, is projected toward future possibilities, interested in alternative meanings, likes the change and the innovations, is interested to the ideas instead to the facts.



Allegati
L'Intuizione_dr_G.Perfetto.pdf 319K

 

 

 

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