di Sergio Ragaini. La telepatia è un fenomeno che la scienza moderna può spiegare e che ci obbliga a considerare un modello di mente “aperto”, dove la comunicazione può avvenire in tempo reale e con mezzi al di fuori di quelli noti alla fisica classica.
Quando pensiamo alla telepatia pensiamo a qualcosa di strano, di fuori dall'ordinario, qualcosa di quasi “magico”. Quello che, inoltre, l'idea della trasmissione del pensiero ci evoca è una sorta di funzionamento ricetrasmittente della mente. Vale a dire, una mente che si comporta come una radio, che capta delle onde elettromagnetiche emesse da un'altra mente. Ma chi pensasse alla telepatia come a un fenomeno di tipo elettromagnetico rimarrà deluso. Infatti, questo fenomeno non ha alcuna relazione con i fenomeni elettromagnetici, almeno come noi li conosciamo e coinvolge altre sfere della percezione. Sfere che lasciano, sotto molti aspetti, la fisica classica, per andare in quel campo della nuova fisica che sta, in gran parte, rivoluzionando l'idea stessa di scienza, e ribaltando il metodo scientifico galileiano.
Sull'argomento ha fatto luce, sotto molti aspetti piena, l'intervento di William Giroldini - noto studioso dei fondamenti scientifici del paranormale (foto a sinistra) - in una serata recentemente organizzata dall'Associazione Italiana Scientifica di Metapsichica (AISM) presso la Cascina Grande di Rozzano. Una serata dove abbiamo, poi, udito anche la voce di coloro che, in qualche modo, sono stati coinvolti direttamente in fenomeni di questo tipo, ed in altri ad essi collegati, quali premonizioni e psicocinesi.
Innanzitutto, è stato interessante vedere quello che è il modello normalmente accettato della mente. La mente, come presentata dalla scienza ufficiale, è una sorta di “sistema chiuso”, che comunica con altre menti attraverso i cinque sensi noti (vista, udito, odorato, gusto, tatto). Nessun'altra comunicazione appare possibile.
La percezione oltre la percezione
Ma qui già si può fare un'obiezione. Spesso si parla di “sesto senso”. Per alcuni, questo è una sorta di percezione oltre la percezione, di sensazione oltre la sensazione. È, insomma, qualcosa che permette di superare barriere di spazio e tempo o di percepire cose che, altrimenti, non sarebbero percepibili.
Qui mi viene in mente la matematica che per alcuni costituisce un “sesto senso”. Infatti, ci consente di creare modelli con quello che non riusciamo nemmeno a concepire, come l'infinito. Da questa idea si potrebbe partire addirittura per ribaltare il metodo scientifico o per portare l'idea di Platone in base alla quale il mondo fisico è solo un modello imperfetto di qualcosa di perfetto, che si trova in quello che lui stesso chiama “Iperuranio”.
Con una visione di questo tipo, la realtà che noi in qualche modo possiamo contattare, non è quella tangibile, ma qualcosa di ben diverso, di cui quella tangibile è soltanto un modello imperfetto. Quindi, essendo la realtà molto di più di quella che appare, anche la mente - e relativa percezione mentale - è qualcosa che va ben al di là della nostra percezione fisica. Questo modo di concepire la realtà, quindi, ci apre a differenti modi di conoscenza, e a differenti modalità di vedere le cose.
La ricerca nel passato...
Così, la comunicazione tra menti non è più qualcosa di chiuso, ma si apre a un mondo nuovo. Qualcosa che supera anche l'idea stessa di trasmissione elettromagnetica, una trasmissione che non avverrà, quindi, come in un sistema ricetrasmittente a noi noto, ma coinvolgerà qualcosa di completamente diverso, tutto da scoprire.
L'idea stessa di telepatia affonda le sue radici in un passato, sotto certi aspetti, piuttosto lontano, essendo già noto a popoli antichi. Tuttavia, fu solo in epoca più recente che vennero avviati i primi esperimenti di telepatia e che questa cominciò ad essere oggetto di studio scientifico (trattato durante la conferenza).
Joseph Banks Rhine. Il primo studioso, forse, che si occupò a livello scientifico di questo argomento fu il botanico e parapsicologo statunitense Joseph Banks Rhine (1895-1980, foto a dx). Rhine fu forse il primo ad utilizzare le cosiddette “Carte Zener”, inventate negli anni trenta dallo psicologo Karl Zener, e consistenti in cinque simboli differenti. Attraverso prove con individui trasmittenti e riceventi, Rhine ottenne le prime prove scientifiche sul fatto che la mente umana è in grado di ricetrasmettere il pensiero.
Charles Robert Richet. Ancora, si può citare la figura di Charles Robert Richet (1850-1935), medico francese, noto per i suoi studi sulla sieroterapia e sull'anafilassi. Studi che gli valsero, nel 1913, il Premio Nobel per la Medicina. Richet è però noto anche per i suoi studi cosiddetti “di frontiera”. Questi cominciarono inizialmente con studi sul sonnambulismo, per poi approdare, nel 1994, alla pubblicazione del libro: “La Suggestion Mentale et le Calcul des Probabilités”, nel quale lo studioso portò prove in merito alla suggestione mentale e alla telepatia. Fu anche noto per i suoi studi derivanti da sedute sperimentali con la medium italiana Eusapia Palladino.
Ferdinando Cazzamalli. Un interessante modello scientifico di Telepatia fu quello fornito da Ferdinando Cazzamalli (1887-1957). Cazzamalli, psichiatra e, per qualche tempo, direttore dell'Istituto Psichiatrico di Como, fu, nel 1937, fondatore a Roma della Società Italiana di Metapsichica, oggi Associazione Italiana Scientifica di Metapsichica (AISM). Nel corso della sua vita eseguì diversi esperimenti di telepatia, arrivando a definire questo fenomeno come frutto di una trasmissione di onde elettromagnetiche ad alta frequenza (tra i 80 e i 140 Mhz). Tuttavia, questa emissione sarebbe molto debole.
Leonid Vasiliev. Un modello vicino a quello che poi sarebbe stato quello forse, “definitivo”, derivò dall'opera dello psicologo russo Leonid Vasiliev (1891-1966, foto a sin). Vasiliev eseguì alcuni esperimenti interessanti, studiando interazioni tra menti a distanze notevoli, come quella tra Mosca e Vladivostok. Mediante questi studi, Vasiliev riuscì a dimostrare che queste interazioni non dipendevano da fenomeni di tipo elettromagnetico.
Forse sarebbe bastata, per dimostrare questo, l'osservazione del fatto che queste interazioni avvenivano a distanze molto grandi. Cosa impossibile nel caso di onde elettromagnetiche, Infatti, Cazzamalli aveva dimostrato che queste sono sì di alta frequenza, ma di intensità molto debole. Quindi, sarebbe impossibile che in qualche maniera possano consentire la trasmissione a distanze come quella tra Mosca e Vladivostok, prima citata.
Ma Vasiliev andò oltre, in questo senso, utilizzando delle apparecchiature che potessero in qualche modo schermare le onde elettromagnetiche. Osservando che queste interazioni avvenivano ugualmente. Questo gli permise di escludere, in maniera definitiva, il fatto che le interazioni potessero avvenire mediante onde elettromagnetiche.
... e quella più recente
In epoca più recente, sono degni di menzione gli studi di Charles Honorton (1946-1992), che applicò un rigoroso metodo scientifico allo studio del paranormale.
Dean Radin. Nel filone della ricerca attuale, da citare Dean Radin (n. 1952, foto a dx), che ha collaborato e collabora tutt'ora con William Giroldini. Radin è ricercatore presso l'Insistute of Noetic Sciences (IONS), con sede a Petaluma, California, fondato dall'ex astronauta Edgar Mitchell. L'Istituto si occupa proprio dello studio dei fenomeni paranormali, comprese le remissioni spontanee di malattie considerate inguaribili.
Patrizio Tressoldi. Possiamo anche citare, tra i ricercatori in questo settore, Patrizio Tressoldi, docente presso l'Università di Padova. Tressoldi fa parte del gruppo di ricerca, l'Evan Lab di Firenze, di cui fa parte lo stesso William Giroldini, che comprende ricercatori in vari campi della conoscenza, come matematici, fisici e ingegneri, quali Luciano Pederzoli, in passato progettista di macchinari a controllo numerico.
Una nuova fisica per spiegare la telepatia
Torniamo, ora, a quanto Vasiliev aveva dimostrato, escludendo la possibilità che la telepatia possa derivare da trasmissione elettromagnetica. Questo fatto, però, apriva una serie di problemi. Infatti, escludendo che la comunicazione tra menti potesse avvenire mediante onde elettromagnetiche, si escludeva di fatto che questa potesse avvenire secondo i canoni della fisica classica.
Occorre quindi una nuova fisica che possa, in qualche modo, prospettare un nuovo modo di comunicare tra menti. Tra poco entreremo in dettaglio sull'argomento. Per il momento, vediamo qualche altro elemento interessante che la conferenza ha messo in evidenza e che sottolinea ancora di più la necessità di una nuova fisica. Gli esperimenti hanno rivelato che la telepatia è un fenomeno che avviene in maniera immediata, con una modalità “emozionale”, tra persone con le quali appare esserci una certa sintonia, una certa empatia.
L'immediatezza potrebbe farci pensare ad un fenomeno che supera il continuum spazio temporale e che quindi non può essere legato a nessuna legge fisica classica, dove vigono i limiti relativistici, per i quali nessuna velocità può essere superiore a quella della luce. Su questo torneremo nella prossima puntata.
La telepatia negli animali
La trasmissione attraverso la sfera emozionale - come è risultato anche da una testimonianza durante la conferenza - potrebbe far pensare che la telepatia è qualcosa di primitivo, legato ad una scala evolutiva quasi all'origine dell'uomo. Infatti, come l'antropologia e le neuroscienze hanno dimostrato, la corteccia, area del cervello preposta al pensiero logico, è successiva nella scala evolutiva alla sfera emozionale e in termini evolutivi piuttosto recente. La cosa potrebbe forse spiegare come mai gli animali, rispetto all'uomo, appaiono avere qualche percezione in più da questo punto di vista. Esperimenti come quelli di Rupert Sheldrake, relativi alla trasmissione di informazioni in specie animali, ci dicono forse che gli animali, avendo meno sviluppata la sfera razionale, potrebbero essere maggiormente capaci di esprimere fenomeni come la telepatia e le percezioni a distanza in maniera immediata.
(1a puntata - continua)