Mark Komissarov, un ingegnere chimico russo, attualmente residente negli USA, ha individuato una capacità umana straordinaria e l’ha trasformata in una tecnica trasferibile, oltrechè inseribile in una teorizzazione a tutto tondo intorno alla nostra esistenza.
Partendo dall’osservazione di persone cieche o particolarmente sensibili, si è reso conto che al buio totale (cieche o bendate) esse erano capaci di riferire fatti che accadevano loro intorno, come se fossero dotate di organi di senso diversi da quelli abituali. Ad esempio muoveva le mani e i soggetti sperimentati dicevano in quale direzione, effettuava delle operazioni e loro le indicavano, scriveva dei numeri e loro li riconoscevano, indicava delle parole su un libro e loro puntualmente verbalizzavano correttamente quanto percepito.
Siamo di fronte ad un fenomeno che, se confermato con metodologie scientifiche, avrebbe non solo dell’eccezionale, ma costringerebbe anche a rivedere tutte le cognizioni intorno al nostro cervello e al suo funzionamento. Perché, in ogni caso, da qualunque parte e in qualunque modo arrivi l’informazione, sicuramente il cervello la elabora per renderla conoscibile ed esprimibile sul piano concreto, materiale. Komissarov ha definito questa capacità infovisione, assumendo che l’informazione come ogni cosa esistente è anche energia e come tale percepibile dall’essere umano che è esso stesso energia.
Una grande Banca Dati Universale
Da dove arrivano le informazioni captate al di fuori dei cinque sensi (lui parla esplicitamente di chiaroveggenza)? Da una sorta di Banca Dati Universale che raccoglie ogni pensiero, ogni azione, ogni esperienza dei viventi, al momento del loro distacco terreno, sostenendo che il campo energetico umano (Aura) si discioglie in quel momento e si riconnette al Tutto (che lui chiama Olma). Questo si frazionerebbe, nella sua teoria, in ogni nascita terrena che, come una sostanza contenuta in un recipiente, resta separata dalla sua origine e vive un’esperienza “locale” che arricchirà l’essere universale in cui andrà a ricongiungersi.
Taluni, i geni ad esempio, avrebbero un canale in qualche modo aperto per trarre dal tutto parti di sapere che arriverebbero da questa Banca Dati Universale. Ad esempio le capaictà di Leonardo Da Vinci, precursore di secoli di tecnologie che solo dopo centinaia di anni diventeranno attuali, si spiegherebbe così.
La vicinanza alle teorie dell’incoscio collettivo di Jung è molto forte, solo che Komissarov avanza l’ipotesi che il Tutto è in continua evoluzione grazie al gioco dell’oceano, fatto di particelle tutte unite e simili, si spargerebbe in tante ampolle (sigillate) che ritornerebbero in esso con la crescita individuale realizzata, ampliandolo. In questa teoria la catena delle esistenze rappresenta l’opportunità per la particella energetica di riprendere il cammino evolutivo, facendo nuove esperienze, che andranno ad alimentare lo sviluppo della conoscenza globale di tutto l’esistente.
Nuovi canali di comunicazione
Indubbiamente la teoria presenta un certo fascino ed è anche metafora di tanti altri approcci che potremmo considerare sulla stessa lunghezza d’onda; tuttavia l’aspetto interessante è che la potenzialità umana di chiudere gli occhi e aprire canali diversi di comunicazione rappresenta un forte stimolo, soprattutto se sembra così facile acquisirla. In realtà niente è facile nella vita; peraltro la sperimentazione si presenta tutt’altro che complicata:basta chiudere gli occhi e ascoltare con la voce della mente o del Sé profondo le informazioni che il Centro Informativo, comunque situato nel cervello (o nella mente) è in grado di percepire. Anche qui le analogie
con tante scuole di pensiero sembra immediata, dal “conosci te stesso”, alla meditazione, alle discipline zen, all’entronautica di Scanziani, alla Psicosintesi, al Ganzfeld. In ogni caso sembra una modalità sperimentabile anche in laboratorio.
Fin qui la suggestione della teoria di Komissarov e dei metodi da lui messi a punto per sviluppare questa sorta di chiaroveggenza: ai laboratori scientifici la responsabilità di confermare le metodiche indicate, dopodiché “vedremo” se c’è qualcosa di nuovo sotto il sole per superare i cinque sensi (anche per i non vedenti e non è poco)…