Uno dei fenomeni più interessanti e conturbanti della Parapsicologia è senz’altro la precognizione. Tutta la storia umana è intessuta di profezie e visioni, indicando come l’uomo tenda in generale a voler preconoscere gli eventi o a carpire lumi sul proprio destino. Se da un lato si può dire che spesso può essere facile fare predizioni o che comunque le probabilità possono spiegare i destini anticipati a re, imperatori, condottieri, dall’altra esistono prove documentate che la facoltà di predire il futuro è presente, seppure in pochi soggetti, nelle doti mentali. Valga per tutti Nostradamus che, in vita predisse il destino di un re con una strofa poetica che descriveva esattamente come sarebbe morto in un duello con un giovane principe, subendo una fine dolorosa con una lancia che si sarebbe spezzata dentro la visiera dell’elmo, trafiggendo l’occhio. Nonostante tutti i tentativi fatti per evitare quella situazione, durante un torneo cavalleresco accadde proprio quanto indicato a Caterina de’ Medici diversi anni prima dell’evento. Nostradamus poi scrisse le famose “Centurie” in cui le descrizioni di alcuni personaggi sono sicuramente verosimili (il Leon Corso, due volte nella gloria, due volte nella polvere), così come la previsione della prima e della seconda guerra mondiale, mentre le parti più attuali (la seconda parte del XX* secolo e il XXI°) appaiono molto meno decifrabili. Louisa Rhine fece un accurato studio su premonizioni e precognizioni, rilevando che talvolta gli eventi sognati o “visualizzati” si realizzavano nonostante tutti i tentativi fatti per evitarlo, mentre in altri casi l’avvertimento consentiva una soluzione diversa, più positiva. Come se il sogno premonitore indicasse un evento che il protagonista del sogno poi concludeva nella tragedia, per logica, mentre nella vita reale trovava la forza di agire per evitarla. I ricercatori del paranormale hanno sempre guardato con interesse a questo fenomeno che, ove dimostrato secondo i metodi della scienza, capovolgerebbe molti principi dati per assodati. Dunque la pretesa della Parapsicologia è molto alta e lo è ancora di più con la precognizione. Proprio per questo è stato elaborato un metodo di facile attuazione da parte del professor Osty, il quale chiese a Pascal Fortuny, sensitivo sperimentato, di provare a individuare quale tipo di persona si sarebbe andata a sedere su una data sedia quella sera (ore dopo) o una sera successiva. Pascal Fortuny riusciva a descrivere fedelmente il personaggio che, ignaro di essere l’oggetto di un esperimento, che quella sera era seduto proprio su quella sedia. Anche i professori Bender e Tenhaeff provarono quel tipo di esperimento, che si chiamò ufficialmente “precognizione a sedia vuota”, con Gerard Croiset, noto sensitivo olandese, più volte sperimentato.
L’esperimento. Si tratta dunque di scegliere una sedia o una poltrona a caso di una futura serata (ad esempio al cinema, a teatro o ad una conferenza), chiedendo ad un sensitivo di concentrarsi sulla persona che in quel dato momento sarebbe andata a sedersi lì. Occorre naturalmente controllare che il sensitivo non possa avvertire amici compiacenti e che l’entrata in sala sia libera da condizionamenti e vincoli. Dopodiché tutto si realizza con il controllo: o le descrizioni corrispondono significativamente oppure l’esperimento non è considerato valido. Gerard Croiset fece un bellissimo esperimento di questo tipo con Gastone De Boni a Verona; anche altri sensitivi italiani si sono sottoposti con successo a questa modalità. La serie più completa l’ha realizzata la sensitiva Venia, che in ben otto occasioni ha centrato il bersaglio, vale a dire che le descrizioni corrispondevano significativamente alla “persona bersaglio”, vale a dire colui o colei che in un tempo futuro era andata a sedersi sulla sedia prescelta. Proprio per la ripetitività questa modalità presenta un enorme interesse; infatti nella scienza più ortodossa la Parapsicologia viene criticata per il fatto che i fenomeni che espone non possono essere ripetuti sistematicamente in laboratorio. Bene in questo caso sì. Tuttavia c’è ancora un ma. La descrizione di un sensitivo andrebbe sottoposta a tutti i partecipanti alla serata e si dovrebbe raccogliere da ognuno il proprio responso sulle dichiarazioni fatte, così che si possa calcolare la correlazione tra gli elementi descritti dal sensitivo e ognuno dei presenti.[AD] Per essere valido l’esperimento dovrebbe riscontrare una differenza significativa di riconoscimento tra la “persona bersaglio” e gli altri presenti. La complessità della metodologia ha finito quasi sempre per non essere osservata. L’unico tentativo vero lo feci io come Presidente dell’AISM ed esperto di precognizione. Oltre ad aver lavorato con successo con Venia (anche in altri esperimenti di ESP), feci un tentativo con un altro nostro sensitivo, Eder, che voleva misurarsi in questa prova che non gli era ancora riuscita. Una domenica mattina avevo fatto preparare trenta sedie tutte numerate al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, dove l’AISM aveva sede. Le persone che arrivavano alla conferenza dovevano estrarre da un sacchetto un numero e poi andare a sedere su quella sedia corrispondente. In questo modo avevo casualizzato l’entrata e la seduta. Avevo chiesto a Eder di farmi una previsione sulla sedia 25. Eder mi mandò i dati due giorni prima in busta chiusa; questo significa che io non li conoscevo e su quella sedia non poteva sedersi nessuno corrispondente alle descrizioni di Eder, perché era scelta a sorte a mano a mano che la gente arrivava. Avevo previsto di sottoporre le descrizioni del sensitivo tutti i presenti in modo che avrei potuto utilizzare la metodologia sopraindicata (metodo TIMM), controllando la corrispondenza relative alla sedia 25 che doveva risultare significativamente più precisa rispetto ad ogni altro. Dunque tutto era studiato per realizzare un esperimento metodologicamente completo. Cosa successe? Le descrizioni di Eder non corrispondevano affatto alla persona seduta sulla sedia 25. In seguito scoprimmo che la signora seduta sulla 26 si riconosceva pienamente nelle descrizioni, ma ahimè io avevo già stoppato l’esperimento. La sorpresa fu che Venia il giorno prima, a mia insaputa, aveva previsto l’esito negativo e aveva descritto a un’amica il bersaglio, inviando un biglietto postale con le sue indicazioni. La testimone mi confermò il tutto; quando ricevetti le descrizioni telefonai subito alla persona (nuova per l’AISM) che aveva lasciato i suoi riferimenti per l’esperimento che stavamo conducendo. L’esito del controllo era, ancora una volta per Venia, l’ottava, perfettamente corrispondente (uomo con i capelli alla Presbitero, con macchia di capelli chiari come Aldo Moro, camicia azzurra, borsetto a postiglione, orologio con quadrante nero o blu, ferita di guerra alla gamba destra o braccio sinistro), dunque descrizioni che non potevano essere valide per altre persone. La prova, totalmente centrata, manca comunque di quel controllo che avremmo fatto se solo avessimo saputo. Per inciso, Eder, allenato da me sull’esempio di quanto faceva già Venia, riuscì a perfezionare la mira, realizzando uno stupendo esperimento di precognizione a sedia vuota, indicando anche il nome della persona che, ignara, era andata quella sera a una trasmissione televisiva a Bergamo (Canale 4) con Massimo Inardi, Tony Binarelli e me (signora di mezza età, camicia bianca, ha un’auto bianca, ha spesso urti con l’auto, ha un avo pittore, le piacciono i quadri, lavora a contatto col pubblico, tabaccaia o simile, si chiama Laura). Tony Binarelli non ha potuto fare altro che confermare la correttezza delle descrizioni spedite da Eder due giorni prima. Da quanto ho esposto, si può riconoscere che la “precognizione a sedia vuota” consente verifiche di alto valore sull’ESP (Percezione Extra Sensoriale), è motivante per i sensitivi, fornisce spiragli sulla comprensione delle facoltà mentali che sembrano proprio superare i limiti di tempo e di spazio.
Fonte: http://www.karmanews.it/