Le affinità elettive a cura di Ilaria Rusignuolo Composto tra il 1808 e il 1809, Le affinità elettive esprime l'intuizione sinistra del destino e della natura, concezione elaborata proprio in quegli anni dall’autore. La vicenda si snoda in un luogo imprecisato della Germania, in un anno indeterminato del diciottesimo secolo. In un castello, situato al centro di un rigoglioso parco, abita Edoardo, ricco barone nel fiore della virilità, insieme alla moglie Carlotta. Privi di ogni sorta di preoccupazioni, al riparo dal mondo, Edoardo e Carlotta, coniugi non più giovani, vivono la loro vita coniugale, che è etica per definizione, in assoluto e splendido isolamento nel loro castello; sono votati alla cura della loro tenuta, della casa, del giardino e, immersi nella lettura e nel godimento dell'arte musicale, non sanno che il destino è in agguato, pronto ad irrompere nella quiete della loro esistenza e a turbare gli animi tranquilli.
La loro è una felicità al riparo da tentazioni, quieta, chiusa in se stessa, che, infatti, verrà minata dall'invito di due persone particolari. La coppia, non senza riluttanze di Carlotta, quasi presaga della bufera che sta per abbattersi sulla loro vita, invita al castello prima un amico di gioventù di Edoardo, "il Capitano", e poi la nipote Ottilia.
Il quadrilatero è così formato: la coppia è disfatta dalla sopraggiunta diade e i poli coniugali si dissaldano. L'idea di base è che esistono cose che il destino si propone ostinatamente.
Invano gli attraversano la strada la ragione e la virtù, il dovere e tutto ciò che c’è di più sacro; qualcosa deve accadere, lui ha deciso così, che a noi piaccia o meno; e possiamo comportarci come vogliamo, alla fine è lui che vince.
Tra i quattro personaggi, in magica alchimia, si scateneranno le affinità elettive, ovvero attrazioni magnetiche che guideranno Edoardo verso Ottilia e Carlotta verso il Capitano; il destino inevitabilmente irromperà sulla scena, turbando irrimediabilmente l’esistenza serena, scatenando passioni contro le quali nulla potranno né la ragione né la virtù.
Tutto il romanzo si svolge in uno spazio circoscritto, chiuso in se stesso, all’interno di un castello protetto da un giardino che lo isola perfettamente dall’esterno, in cui sovrani regnano i quattro abitanti, conducendo un’esistenza civile ed amabile, dilettata da belle musiche e conversazioni piacevoli, turbata solo dall’innescarsi dell’amore che turberà gli animi in profondità.
Edoardo è il principe di questo castello; ottimo conversatore di mondo, frivolo e brillante, conosce la musica, l’arte della scrittura e della recitazione, la fisica e la chimica. Capriccioso e viziato, non ascolta la voce del dovere e non comprende i sentimenti altrui, irresponsabile, ambisce solo a realizzare i propri sogni, convinto che la realtà debba piegarsi alla forza dei sentimenti. Testardo e infantile, è però anche amabile, tanto da sedurre ed affascinare, prima Carlotta, poi Ottilia. Forse emulo di Werther (l’altro grande personaggio goethiano) quando è assalito dall’amore lo trasforma subito in passione ardente, folle ed esasperante.
In Carlotta è possibile ravvisare una personalità razionale; moderata, tranquilla, obbediente alle regole del vivere civile, attenta ai nessi tra le cose della vita, difende i valori prestabiliti e, incline al razionalismo, è convinta di poter domare i disordini indotti dai sentimenti. Dedita soprattutto al culto della ragione, finisce per non comprendere la passione, la natura e la morte, i tre elementi fondamentali del romanzo; è convinta di poter arginare i pericoli causati dagli slanci degli esseri uomini con le sue virtù, ed è per questo che, intorno al suo matrimonio, costruisce un cerchio perfetto, che sarà infranto con l’arrivo del Capitano.
Il Capitano è un amico di gioventù di Edoardo; scrupoloso, meticoloso, appena giunge al castello subito s’ingegna per trasformare "il caos in ordine", disegnando carte topografiche della tenuta, registrando documenti ed ordinando gli appunti di Edoardo. Con il suo modo di fare e di pensare, tanto simile a quello di Carlotta, inizialmente diffidente nei suoi confronti, finirà per conquistare il favore della donna che riconoscerà in lui un’anima affine alla propria.
Ottilia inizialmente è come un frutto richiuso; non si manifesta, non si mette in mostra, non è disinvolta, non ha grazia nel danzare e la sua conversazione non è brillante, sembra che le sue possibilità siano state impedite a divenire capacità. Proiettata nella propria intimità, sembra essere una donna più vicina all’ombra che alla luce, ma, per straordinaria metamorfosi, nel castello, abbandonando la tenebra che, fino ad allora, ha circondato la sua esistenza, comincia a superare gli impacci iniziali, dimostrandosi comunicativa e intelligente, rivelandosi alla luce e, presenza benefica, irraggiandola anche su Edoardo e sul Capitano, affascinandoli e smussandone gli aspetti più spigolosi del carattere.
Un personaggio che può suscitare, paradossalmente, un grande interesse, in realtà, non fa parte del quartetto: si tratta di Mittler, il quale dice una grande verità: "Sono sempre stato costretto a vedere che nessuno è attento ai segni che ammoniscono, mentre tutti sono attentissimi a quelli che illudono, lusingano: solo in quelli si ha viva fede.”.
L’amore e l’attrazione non sono altro che affinità elettive: come nella chimica, due sostanze sono affini quando, incontrandosi, immediatamente si compenetrano e si influenzano a vicenda.
Le affinità incominciano a diventare interessanti nel momento in cui producono delle separazioni e questo succede perché il composto di partenza ha un’affinità maggiore con la nuova specie chimica rispetto all’affinità che aveva con l’altro componente.
Così il legame di Carlotta e Edoardo era stabile e saldo, fino a che erano soli ma con l’arrivo del Capitano e di Ottilia il legame si rompe per permettere a Edoardo di unirsi ad Ottilia e a Carlotta di legarsi con il Capitano. Legame indissolubile prima, forza della passione poi.
Edoardo è l’emblema della irrazionalità, della passione travolgente e dell’istinto: scoppia l’amore per Ottilia e lui la vuole a tutti i costi e non riesce proprio a curarsi delle conseguenze. Ottilia è la spensieratezza e la riservatezza, capace di vivere la sua passione dentro di sé ma è un fiore che deve ancora sbocciare. Carlotta e il Capitano rappresentano invece la razionalità e la maturità, sanno accettare gli eventi, comprendono la forza delle passioni e dei sentimenti e sono capaci di comportarsi di conseguenza.
Ma il destino come può legarsi hai nostri sogni?
E’ come se il destino esaudisse i nostri desideri per poterci dare qualcosa di superiore agli stessi. Si descrive un conflitto tra passione e dovere, un conflitto tra aspirazione alla felicità individuale e rispetto per il matrimonio e per i sentimenti altrui che sono tutti elementi di questa narrazione ricca di poesia e di dialoghi affascinanti. Ma soprattutto si narra di un destino che cerca di insegnarci qualcosa: realizza i nostri desideri ma a modo suo, così da farci capire che non siamo mai tanto lontani da questi, come quando crediamo di possedere l’oggetto desiderato e perdiamo la tensione dovuta al conflitto generato dalla consapevolezza che il nostro ‘oggetto d’amore’ porta con sé sia aspetti positivi sia negativi.
Accattivante e triste è un libro pieno di parole che esprimono sentimenti non definiti e sensazioni viscerali che nella vita una persona non può non aver provato.
Johann W. Goethe Le Affinità Elettive Oscar Classici Mondatori, 1993 Euro 7,40 |
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titolo: Le affinità elettive curatore: Ilaria Rusignuolo argomento: Narrativa fonte: Vertici Network data di pubblicazione: 22/03/2010
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