(Appunti di un corso tenuto dalla prof. Viviana Vivarelli)
Facciamo telepatia?
Dunque ammettiamo che ci sia uno che trasmette e uno che riceve: la mente non deve premere né per trasmettere né per ricevere. L’emozione, il desiderio, la volontà.. creano ingorghi. La mente dovrebbe tenersi un po’ neutra, trasmettere con nonchalance.
Il ricevente deve restare vuoto, ricettivo ma senza sforzo, deve aprire la mente senza pensare a nulla, come uno che apre una finestra e guarda cosa c’è non immaginando nulla di quel che può vedere, deve tenere il corpo rilassato e tranquillo. Si guarda. Punto.
In parapsicologia le cose accadono quando si è rilassati e ricettivi. Bisogna ricordarsi che la volontà, l’intenzione, la tensione sono controproducenti. Uno stato neutro è l’ideale. Mente e corpo devono essere passivi. Ogni forma di tensione va male, è importante che anche il corpo sia passivo e rilassato e che la mente arrivi a una assenza di pensiero, una posizione vacua.
Quando questo stato è raggiunto, ruotiamo gli occhi sotto le palpebre in modo da concentrare lo sguardo potenziale al centro tra le sopracciglia, quello che si chiama il terzo occhio, come vi fosse un bersaglio, uno schermo in cui apparirà qualcosa, senza far intervenire la fantasia o il desiderio, è meglio al limite restare con uno schermo vuoto piuttosto che riempirlo arbitrariamente. Alcuni hanno difficoltà a mantenere questa posizione passiva di ricezione e finiscono col mettersi a pensare a qualche cosa, ma l’intervento della mente razionale o della memoria o dell’immaginazione non porta a niente, occupa il canale invano. In realtà la mente vorrebbe sempre pensare qualche cosa, non sa stare quieta, e trova difficile restare semplicemente a guardare, finisce col costruire qualcosa e non è qui la cosa migliore, perché non vogliamo costruire fantasie ma semplicemente ricevere.
Per aiutarci possiamo usare incenso che è un attivatore mentale, o bruciare alloro, com efacevano le antiche pizie che usavano anche oppio, e possiamo strofinare le mani tra loro finché non sono belle calde e appoggiarle per un po’ sugli occhi a coppa, oppure strofinare in senso antiorario il centro della fronte sugli occhi, attivazione del sesto chakra.
Attenti a non produrre messaggi. Quando un qualunque contenuto che venga dall’interno occupi lo schermo mentale, è come se per ricevere un messaggio radio noi ci ponessimo su una stazione in cui trasmettiamo già un programma.
Andare in onda vuol dire aprire un’onda portante libera a un messaggio che viene dall’esterno e non produrne uno noi. L’uno esclude l’altro. O si trasmette o si riceve o ci si chiude alle due cose. Tutto insieme non sta. Se avete pensieri persistenti vostri, la telepatia non si attiva. La prima regola è imparare a essere ricettivi.
Ma ci si può aiutare col respiro, come nella meditazione.
Mettiamo attenzione solo al respiro. La sensitiva Eileen Garrett cominciava con una respirazione profonda e ritmica, va bene anche lo yoga che insegna una buona respirazione profonda che aiuta a staccare la mente razionale. Quello che è importante è che tra la lunga espirazione e la lunga inspirazione ci sia una lunga pausa e viceversa.
A questo punto ci si chiede se l’onda e il messaggio devono per forza essere singoli e soggettivi o possono essere collettivi. Io non ho risposta. Vi sono situazioni in cui sembra possibile ricevere in più persone una stessa cosa, così come sentiamo uno stesso programma alla televisione, altre no.
Torniamo al fenomeno semplice di trasmissione di un contenuto da uomo a uomo.
Si può trasmettere un nome, un numero, una parola, una immagine, una emozione, un profumo, una trance di vita, una immagine di fantasia …. La trasmissione di emozioni è immediata. Se nella folla qualcuno mi fissa di lontano e magari mi conosce o manda verso di me dei sentimenti forti, io mi sento chiamata e mi volto verso si lui, come tirata da una forza invisibile. Se qualcuno a cui voglio bene passa un brutto momento, io posso sentire la cosa da lontano, anche qui passa tra me e lui una forza invisibile. Qui l’evento entra nel discorso della chiaroveggenza. Gli studiosi fanno tante distinzioni tra un fenomeno e l’altro, ma in fondo esse lasciano il tempo che trovano, per es. dicono che se tu trasmetti una immagine e la disegni dopo, potrebbe essere non proprio telepatia ma chiaroveggenza precognitiva, ma che fa?
Se si vuol trasmettere qualcosa che non ha un contenuto emozionale, meglio sarebbe che venisse disegnato. Il soggetto agente per es. può trasmettere il soggetto di una cartolina o una fotografia o una figura di rivista semplicemente fissandolo, oppure un disegno mentre lo disegna. Un po’ più difficile è trasmettere immagini mentali. Ma naturalmente si può trasmettere di tutto, anche aprire a caso un libro e leggere tutta una frase o un periodo o un numero compreso per es. tra 1 a 9 o una carta da gioco o dei Tarocchi o l’immagine di un oggetto. Si sono fatti anche esercizi in cui un gruppo mima qualcosa o lo recita e il ricevente in un’altra stanza capta. L’altro, il ricevente, cercherà di captare qualcosa e poi lo disegnerà o lo descriverà. Occorre poi un terzo osservatore, detto ‘cieco’, che verifichi i risultati. Ricordiamo sempre che non abbiamo mai il 100% dei successi ma una percentuale molto bassa. Se è uno su tre, va già bene. Ricordiamo anche che i test dovrebbero essere moltissimi, almeno centinaia, per essere significativi, il che rende la cosa molto laboriosa e anche noiosa e si capisce come mai molti sensitivi la rifiutino.
Molto interessante è il fenomeno abbastanza frequente delle invasioni mentali spontanee, cioè, mentre fai qualcosa, un pensiero che non c’entra niente col tuo presente si insinua rapidamente nella tua testa, come se qualcosa “ti venisse in mente”. Potrebbe essere un messaggio telepatico. Per es. se si trasmette qualcosa, si hanno ottimi risultati, se si interrompe qualcuno che sta facendo una cosa qualsiasi per suo conto, per es. legge o stira o lava i piatti e gli si chiede: pensa a una cosa! Si chiama ‘effetto sorpresa’. Funziona.
Si parte da immagini molto semplici, figure geometriche o simboliche, oggetti schematici…
Le carte ESP che sono usate di solito sono 5 simboli conosciuti: cerchio croce, onda, quadrato, stella. Si chiamano carte ZENER, prendono nome da chi le disegnò per primo.
I simboli sono 5 ripetuti 5 volte per un totale di 25 carte. Le probabilità di indovinare una carta sono una su cinque. Per avere dei risultati corretti si devono fare centinaia di estrazioni. Si deve sapere quante sono le possibilità casuali e vedere di quanto il sensitivo provoca una devianza in più. La statistica ci dà il modo di calcolare la varianza da successi casuali. Per es. su 1625 estrazioni (65 cicli di 25 carte) il numero medio di successi è 325. Su numeri bassi di estrazioni possiamo tener buono come media ordinaria un successo ogni cinque o sei estrazioni. Ci sono carte di altro tipo, con animali, simboli più complessi ecc. S.G. Soal usò i simboli di 5 animali, elefante, giraffa, leone, pinguino e zebra. Potete usare anche le carte figurate di certi giochi da tavolo per bambini.
Il primo che introdusse criteri quantitativi nella parapsicologia fu Joseph Banks Rhine.
Sarebbe meglio che i due soggetti non si vedessero o fossero in due locali diversi o addirittura lontani, oppure che l’agente fosse in fondo alla stanza e l’altro gli voltasse le spalle. Meglio se il ricevente si rilassa e tiene gli occhi chiusi e sta comodo, dopo aver respirato profondamente. Se entra in una leggera trance i risultati sono anche migliori. Anche l’ipnosi sembra che liberi la telepatia.
Inspirare contando sino a dieci
Pausa contando fino a 5
Espirare contando fino a dieci
Pausa contando fino a 5.
Ognuno faccia i tempi come crede purché la pausa sia la metà degli atti respiratori.
Ognuno si regolerà secondo i propri tempi cardiaci. Ogni numero che si conta dovrebbe essere un battito. In genere con tempi più lunghi si hanno risultati più alti.
L’ottimo sarebbe che ambedue i soggetti sincronizzassero il loro respiro ma quando uno inspira l’altro espira (occultismo), ma va bene anche se sono sincronici (yoga tantrico).
La concentrazione non ci deve essere, anzi è meglio stare rilassati e deconcentrati, vuoti in sé (training autogeno). Il tipo di concentrazione che farà quello che manda il messaggio è di evitare ogni pensiero che non sia quello dell’immagine che manda. La riflessione sull’oggetto deve essere semplice e pura senza commenti o associazioni o ricordi.
Sherman diceva: “Dapprima rilassavo il mio corpo fisico dalla testa ai piedi, distaccandomi completamente da esso insieme con la mia mente cosciente.. quindi, dopo aver resa passiva la mia mente cosciente, volgevo il potere visivo verso l’interno, mettendo a fuoco il mio schermi cinematografico mentale, uno schermo bianco immaginario, sospeso nell’oscurità della coscienza interiore, e su cui vengono proiettate le immagini che provengono da fonti esterne.. cominciavo così a vedere e a sentire”.
Un altro sistema è questo: l’agente visualizza la persona che riceverà il messaggio, cerca di ricordare come è, occhi, bocca, naso ecc., quando ha chiara la sua immagine nella mente gli manda il messaggio, se è una scritta o un disegno o un oggetto immagina di mettergliela davanti agli occhi.
Se si usano delle carte, esse vengono ogni volta mescolate, meglio se appaiono con un ordine casuale stabilito in modo elettronico. Quello che manda fissa una carta estratta a caso, l’altro si rilassa, guarda nella propria mente, quando vede apparire un simbolo, lo disegna a sua volta, oppure elenca parole e aggettivi che rendono le sue sensazioni e i suoi pensieri. Curiosamente se l’agente aveva in un primo momento pensato a un primo oggetto ma l’aveva poi scartato, arriva il primo e non il secondo. Il pensiero inconsapevole è più forte di quello cosciente. La statistica permette di calcolare quando i risultati sono significativi. Curiosamente anche quando i successi sono molto bassi la cosa è significativa. Sembra che conti anche l’attesa del percipiente, se questi è convinto dell’esistenza della telepatia i risultati sono più alti, se non è convinto sono più bassi. La parapsicologa americana Shmeidler chiamò i convinti ‘pecore’ e gli scettici ‘capre’
Chiunque può provare a vedere che livello ha la sua capacità telepatica. Occorre tempo e pazienza e qualcuno che ci aiuti. Bisogna fare molte prove. E’ anche un po’ noioso.
Ricordiamo che ognuno ha il suo modo di percepire, chi ha visioni, chi sente parole, chi ha sensazioni, chi somatizza…
E’ ovvio che i risultati telepatici più interessanti si hanno tra persone legate da rapporti affettivi, in particolare madre- figlio, gemelli, fratelli, amici stretti. Non importa che vi sia consanguineità vanno bene anche marito e moglie o due buone amiche.
Laura bionda mi chiamò perché aveva sognato che stavo male e io stavo male.
Qui il fenomeno telepatico è inconscio. Gli studiosi dicono che non ci sono fenomeni telepatici spontanei tra persone che non si conoscono, ma non è vero. Molto interessanti i fenomeni telepatici tra gemelli.
Una lettrice scrive : “Io credo che, se si è effettivamente in sintonia con qualcuno a livello emozionale e forse vibrazionale, si formi, in un modo che non sappiamo, una via preferenziale dove passano in entrambi i sensi informazioni di tutti i tipi che il nostro cervello commuta in dati, parole, pensiero o sensazioni fisiche” (tipico il pizzicorino in alcune parti del corpo, la spalla sinistra, la sommità della testa, la nuca, il freddo improvviso o il tremito, cioè informazioni a livello pelle, spesso prima che arrivino altre impressioni come un ‘avviso psichico’ che preannuncia il fenomeno, oppure tali da accompagnare il fenomeno telepatico, per es. una volta mi si è avvicinata per farsi leggere i tarocchi una signora e io non solo ho avvertito subito che aveva gravissimi problemi psicologici ma ho cominciato a tremare, a battere i denti, sono gelata, sentendo anche una fortissima agitazione da angoscia ecc., del resto spesso la telepatia è un sentire somatico, improvvisi mal di schiena, gelo del cuore, sovraeccitazione nervosa, improvvise fitte ecc., cioè sensazioni telepatiche somatizzate, come se il corpo stesso avesse una sua capacità telepatica, queste sensazioni possono essere simboliche, o analoghe. Qualche volta io racconto all’altro le cose che vivo sul corpo come indicatori simbolici di stati d’animo).
Si dice anche che le donne brune un po’ nervose e agitate, meglio se con più di 40 anni, siano i soggetti più dotati per la telepatia come per l’ipnosi, ma non so se è vero.
Una cosa che si può provare è ad agire induzioni telepatiche emozionali per cambiare lo stato d’animo dell’altro, per es. se il marito o il figlio sono in uno stato di grande agitazione nervosa, proviamo a mandare dalla nostra mente onde molto calme e rilassate, pensando lentamente parole calmanti, induzioni suggestive mentali, come pace, rilassamento, lentezza, tranquillità.. o parole di amore, come “Ti voglio bene, tutto va bene, stai tranquillo, sono con te, ti amo…” o anche colori, come un verde calmo e riposante. Qualche volta funziona. La preghiera invece scherma.
Ogni persona che ami un cane o un gatto sa che i rapporti tra animali e padroni sono molto particolari. Cane e gatto sentono quando il padrone sta per arrivare alcuni minuti prima. Io dovevo essere un po’ come il gatto di casa perché ho sempre sentito mio marito e mia figlia arrivare dieci minuti prima che arrivino veramente e se arrivano di notte mi sveglio. Non so se questo si possa mettere nell’ordine della telepatia o della premonizione, ma poi ciò non conta molto. Il cane sa anche quando pensate di portarlo a spasso e si mette già in attesa.
CONSIDERAZIONE SCIENTIFICA DELLA TELEPATIA
Le scienze ufficiali in genere ignorano la telepatia anche se sono stati fatti molti studi su di essa in ambito psicologico e accademico. Un esempio famoso di applicazione della telepatia si ebbe nel 1959 quando il primo sottomarino nucleare americano, il Nautilus, passò sotto i ghiacci del polo artico ed esso non poteva mandare messaggi alla base americana per non essere intercettato dai Sovietici, si usò allora la telepatia, un sensitivo a bordo trasmetteva a certe ore delle figure geometriche a un sensitivo alla base, le figure corrispondevano a un codice di messaggi. Sembra che la cosa abbia funzionato.
In genere la telepatia viene studiata tra persone spazialmente vicine, nella stessa stanza o in stanze contigue. Uno che studiò la telepatia su grandi distanze fu Karlis Osis un grande studioso di parapsicologia (era lettone), dai test fatti sembra che la telepatia sia in genere diminuita dalla distanza, salvo che non ci sia un forte rapporto affettivo tra i due soggetti.
Osis avrebbe voluto studiare la telepatia usando il volo dell’Apollo verso la Luna e Wernher von Braun si mise a disposizione ma la Nasa non fu d’accordo, rifiutando la percezione extrasensoriale come concetto non scientifico. Osis ne fu molto deluso, ma in seguito una piccola prova fu fatta con l’Apollo 14 e le carte Zener, l’astronauta Edgar D. Mitchell trasmetteva a 4 riceventi a terra a una distanza di 400.000 km. La cosa ebbe successo ma non fu ripetuta. Ci sono opposizioni culturali che impediscono di fare ricerche in certe direzioni. Ogni sistema fonda la propria sicurezza sulle sue certezze e scarta le possibilità di metterle a repentaglio per una visione nuova, dunque è conservativo di sé fino all’assurdo.
Nella trasmissione di un messaggio, in genere, si distingue un percipiente e un trasmittente e un cieco o osservatore che deve valutare i risultati e prenderne nota.
Un percipiente celebre fu l’inglese GILBERT MURRAY, che per 30 anni si offrì come sperimentatore in prove telepatiche. Cominciò tutto nel primo dopoguerra, Murray era una personalità prestigiosa e presiedeva la Società delle Nazioni, l’organismo internazionale creato prima dell’Euro. Era un personaggio molto stimato che frequentava la famosa Società Psichica di Londra (SPR) di cui fu Presidente per 40 anni. Cominciò con un gioco di società: una persona esce dalla stanza, gli altri scelgono un oggetto o parola, un disegno o anche una scena complessa, romanzata, questo è ‘il bersaglio’. Il primo rientra e cerca di indovinare, prende per mano uno dei presenti e dice quello che sente o lo disegna. Spesso la risposta è ricca di odori, sapori ,sensazioni ecc. che si riferiscono al bersaglio anche senza nominarlo espressamente. Murray indovinava così bene che si mise a studiare meglio il fenomeno, le sue esperienze furono 500, i fallimenti furono solo il 30%, e i successi pieni il 33%. Queste percentuali sono state trovate anche con altri sensitivi. Per avere un buon quadro statistico, occorre naturalmente fare moltissime prove. Il successo non è dato dal 100%, che non esiste mai con nessun sensitivo, ma con indici superiori alla media ordinaria. Il sensitivo non è uno che indovina sempre ma uno che ha un tasso più alto di probabilità positive.
Le prove dimostrarono che i successi aumentavano se il bersaglio scatenava risposte emozionali nei presenti, se tutti erano amici e se ne stavano rilassati se c’erano parenti in sala ecc., per es. Murray aveva un rapporto telepatico con la figlia.
Questi test scatenarono violente reazioni nei contestatori.
Murray usciva dalla stanza dove sua figlia era con altre persone, la figlia pensava a un oggetto o a una scena che comunicava agli altri. Murray rientrava prendeva la mano della figlia e comunicava agli altri quello che gli passava per la mente, la comunicazione era molto precaria e poteva avere risultati scarsi se tra i presenti dominava lo scetticismo o se c’erano rumori di disturbo che lo rendevano nervoso.
Questo fatto di prendere la mano della persona viene usato da molti sensitivi, per es. Zepponi a Firenze ha una sensitività più pronunciata se tocca la mano dell’altro e sviluppa una telepatia maggiore. Forse il contatto permette una specie di comunicazione epidermica, oppure facilita la simbiosi. Molti terapeuti (massaggiatori per es. o chiropratici) hanno messaggi telepatici proprio attraverso il contatto.
CASI
Ci sono casi in cui la telepatia ha salvato la vita: nel 1955 nel Massachussets un saldatore, padre di 5 figli, lavorava in un grande fossato sotto una strada per saldare i tubi dell’acqua, la terra franò e lo seppellì, la maschera che portava lo protesse momentaneamente ma non lo avrebbe salvato a lungo. L’operaio allora visualizzò un suo amico che lavorava 5 miglia lontano da V. Washington, questi ricevette un comando interiore per cui doveva andare subito in V. Washington, l’idea era così forte che dovette abbandonare il lavoro, prendere un’auto e andarci. Gli dissero che là non c’era nessuno a lavorare ma sembrava che lui obbedisse a un ordine ineliminabile. Arrivò sul posto, vide l’autocarro col motore acceso, si calò nel fossato e trovò la mano del suo amico che sporgeva dalla terra. Chiamò aiuto. Riuscirono a salvare il seppellito in cattive condizioni ma ancora vivo. Avrebbe perso una spalla e un braccio ma era stato salvato.
Telè =lontano pathos= patire, condividere. Condividere una emozione e una informazione anche se si è lontani. La parola telepatia fu coniata nella seconda metà del 1800 da Meyers, fondatore della Società per le ricerche psichiche.
Il primo studioso accademico fu nel 1919 H.I.F.W Brugmans, per la prima volta la telepatia viene studiata in ambito universitario all’università di Groning, con molte prove su uno studente di 23 anni, per es. il giovane stava in una cabina, da cui usciva la sua mano per toccare una scacchiera con 6 caselle per 8, nella camera superiore gli altri estraevano lettere e numeri relativi alle caselle e ordinavano telepaticamente al giovane di raggiungere con la mano la casella voluta. Statisticamente la media di successi era 4 su 187, ma qui si ebbero 60 prove giuste su 187. Sembra che i successi aumentassero se beveva un po’ di alcool, cioè metteva fuori fase la coscienza vigile.
Diciamo subito che la scienza ufficiale non considera prove valide nemmeno chiare eccezioni alla media statistica, in quanto gli parapsicologi non sapranno mai dire se si tratti di precognizione o di telepatia, ma per noi questo non è importante. Precognizione sarebbe dire sapere un secondo prima che carta verrà. Ma, quando l’operatore, indovina il disegno che l’agente ha scartato, cos’è allora? Postcognizione? Diciamo che allo stesso modo telepatia, postcognizione o precognizione sono facoltà straordinarie e misteriose della mente che svelano legami col reale di cui non sappiamo niente ma che non possiamo negare in nome di una presunta scienza. Fanno parte dell’ignoto dentro di noi e fuori di noi e di un livello dell’essere comunicante e non frammentato. In Tibet si parla di messaggi sul vento, anzi si dice che i grandi guru comunichino telepaticamente coi loro discepoli migliori. Ma nessuno sa attualmente cosa sia la telepatia e come avvenga. Nel 1700 si parlava di un fluido magnetico non visibile che era proiettato dall’uno sull’altro. Con l’Ottocento e il Novecento si comincia a parlare di elettricità e di fenomeni elettromagnetici, ancor oggi si dice per es. che l’aura è un fenomeno elettromagnetico, ma questo poi non vuol dire molto. Probabilmente è errato dire la telepatia è un fenomeno elettromagnetico anche perché onde di questo tipo sono interrotte da lastre di piombo schermate al mercurio, mentre il russo Leonid Vassilijev ha provato che la telepatia passa anche se l’agente è isolato in una cabina con piombo e mercurio, come una gabbia di Faraday, che bloccherebbe le onde elettromagnetiche. Probabilmente esiste un’energia non ancora identificata, all’interno della quale certi fenomeni sono possibili e che non ha molto ha a che fare con le configurazioni chimiche e elettriche della materia come le conosciamo. Ma nessuno ne sa qualcosa, anche se gli esoteristi o i mistici ne parlano da gran tempo.
PIANI DELL’ESSERE
Sicuramente i piani del pensiero sono molti di più di quelli che crede Rita Levy Montalcino che è un bell’esempio di sceinziata materialista. La scienza continua a muoversi su un piano fisico perdendo di vista gran parte del reale che continua a presentare fenomeni non inseribili in contesti ufficiali, la scienza esclude quello che non capisce e dunque continua a essere cieca e sorda.
La parapsicologia si muove su un piano che, per quel che ne sappiamo, potrebbe essere non fisico o appartenere a una fisica sottile non ancora identificata. In fondo fino a un secolo fa nessuno sapeva cosa fosse un’onda radio o una radiazione X.
Forse l’ipotesi di Jung che tutti gli uomini sono uniti in uno psichismo collettivo o inconscio universale potrebbe un giorno trovare il suo riscontro in una fisica ufficiale Chissà!
Sicuramente la telepatia appartiene a tutti quei fenomeni, e sono molti, che esistono in un piano fuori dalle leggi ordinarie dello spazio, del tempo e della causa. Emilio Servadio parlava di “Un oceano psichico nel quale avvengono le osmosi telepatiche”. ‘Osmosi? Un bel termine!V Vi sono teorie scientifiche che riducono tutto alla materia, vi sono teorie filosofiche che riducono tutto allo spirito, ma forse il mondo non ha questa dualità estrema e tutto comprende..
Io propendo a pensare che tutto sia movimento e relazione e che spirito e materia siano categorie del tutto umane e forse erronee, ma ognuno ha la sua visione del mondo.
Freud individuava solo l’Ego, o mente cosciente, e l’Es, o mente inconscia, ma ogni uomo ha un livello psi che è proprio un’altra mente ed esso produce un certo tipo di comunicazioni e di relazioni. Ma già gli scienziati hanno una forte difficoltà a capire il concetto di inconscio collettivo junghiano, figuriamoci se possono ammettere un livello psi in ogni uomo!
Forse, come nell’ologramma spaziale il frammento contiene tutti gli spazi, e ci sarà un ologramma temporale dove ogni istante contiene tutti gli istanti. Noi prendiamo dalla memoria solo quello che ci riguarda o che ci incammina.
Il mondo è strano! Nel nostro mondo cattolico o cristiano, lo spirito ha perso la sua dimora. Ma curiosamente proprio nell’atea e materialista Russia sono stati portati avanti degli studi sulla telepatia come se essa rientrasse in un tipo particolare di energia biologica, cioè fosse un fenomeno fisico materiale. Servadio escludeva che si trattasse di un fenomeno elettromagnetico o che si potesse usare la metafora della radio, considerava la telepatia un fenomeno viscerale, incapace di trasmettere concetti, non cerebrale, ma emozionale o percettivo. Proprio per questo carattere viscerale e emotivo gli esperimenti in laboratorio lasciavano il tempo che trovavano, in quanto non potevano riprodurre per es. il messaggio di morte che raggiunge una persona quando un congiunto sta morendo realmente lontano da lei. I casi spontanei di telepatia, quelli forti, riguardano situazioni di grave pericolo o morte, sono molto drammatici, e dunque non sono riproducibili in laboratorio. Ma la vita è anche questo!
Dal punto di vista fisico, anche entrando nella dinamica delle onde, non si riesce a capire che onde siano queste che non diminuiscono con l’aumentare della distanza, come mai vengono trasmesse a volte scene realistiche molto drammatiche con tutti i loro particolari o addirittura immagini fantasmatiche dell’agente che è in grado di parlare e di lasciare messaggi simbolici o realistici.
Una signora mi raccontò che di colpo ebbe la visione di suo figlio che aveva un incidente d’auto e era stato sbalzato fuori dalla macchina e giaceva incosciente con una gamba fratturata su un prato. Messa in grande agitazione, chiamò il marito, il quale seguendo le sue indicazioni partì con lei in auto e a qualche km da casa trovarono la macchina del figlio fracassata e lui che giaceva sul prato con la gamba rotta come lei aveva visto.
Un’altra raccontò che quando era andata in Germania col marito a Monaco, la loro auto era stata rubata con tutto il bagaglio. Avevano fatto denuncia alla polizia tedesca e ogni giorno andavano al commissariato per sentire se c’erano notizie dell’auto rubata. Fecero amicizia con un poliziotto che aveva avuto una disavventura simile in Italia e che era convinto che queste cose nel suo paese non succedessero. Amava l’Italia ed era molto dispiaciuto del fatto. Una notte la signora sognò il luogo esatto dove era la sua macchina, una piazza, con una chiesa, un giardinetto, delle ringhierine di ferro…Raccontò la cosa al poliziotto, ma questi disse che piazze così ce ne potevano essere tante. La loro amicizia era andata avanti, e il poliziotto invitò i due coniugi a cena portando anche sua moglie. Andarono in una piazza vicina, c’era la chiesa, il giardino, le ringhierine in ferro…e c’era la macchina.
Nei casi di pericolo c’è di più, qualche volta la persona in pericolo viene vista come reale, tanto che il soggetto che riceve l’immagine non la vede come un’allucinazione, ma parla addirittura con essa e questa può rispondergli, abbiamo un fantasma allucinatorio che interagisce. Cosa è successo? Un ologramma mentale con facoltà di interazione? Una situazione di tipo onirico che si inserisce nel tessuto della veglia e viene presa per vera? O forse la realtà è molto diversa da quello che crediamo? E ciò che chiamiamo reale forse è solo un sogno come tutti gli altri sogni? E se noi vivessimo un ologramma, dove teoricamente ogni frammento possiede le informazioni dell’intero, ma le attiva solo se scattano particolari condizioni? Di solito si dice che i fenomeni telepatici più forti avvengono tra persone intime, che hanno tra loro una forte carica emotiva, ma è accaduto che morenti siano apparsi a persone che non li conoscevano affatto e che hanno assistito ugualmente a immagini tragiche, come nel sogno di Franca.
Come dice giustamente Stefano Beverini, studioso del paranormale, se il fenomeno paranormale contraddice le leggi scientifiche, come possiamo studiarlo proprio con leggi scientifiche? La scienza divide l’essere con steccati, lo separa e non lo comprende, riducendolo lo annienta. Le antiche discipline alchemiche vedevano l’essere come una cosa sola, una sola intelligenza, con nel suo interno energie connesse, forse il nuovo pensiero magico che si sta diffondendo con la New Age porterà anche la scienza a muoversi in modo diverso. Dopo tutto, i fisici quantistici hanno scoperto che anche gli elettroni sono telepatici, e quando uno ha una informazione, un altro, separato da esso da uno schermo di piombo ha la stessa informazione. Forse la telepatia è un flash di realtà globale in cui intuiamo che non siamo tanti esseri separati ma un essere solo.
Certo è che non è facile distinguere sempre la telepatia dalla chiaroveggenza. Se l’agente fa un certo disegno, l’operatore potrebbe aver previsto quel disegno, nella telepatia ci dovrebbe essere un trasferimento da mente a mente, nella chiaroveggenza un passaggio da tempo a tempo. Solo ipotizzando un punto dell’essere dove esistono tutti gli spazi e dunque tutte le menti e tutti i tempi, questa distinzione non avrebbe ragione di essere.
Un esempio molto famoso dove i concetti si confondono riguarda ROL, il celebre sensitivo torinese. Nel 68 Cassoli, il direttore della Società di parapsicologia di Bologna, andò a trovarlo. Rol chiese a Cassoli di pensare una frase e Cassoli pensa: ”Desidererei tornare a Torino”. Rol chiese due libri alla padrona di casa, lei prese Cesare Pavese: Lettere e La bella estate. ROL prende un libro e passa rapidamente le pagine con l’indice teso finché la signora gli dice: ”Alt!” per tre volte; sono le pagine 3, 8, 4. Allora dice: “Guardate a pagine 384 prima riga”. C’è scritto “Voi abbiate desiderio di tornare a Torino”. L’unico che faceva questi giochi era ROL. Si chiama ‘lettura in libri chiusi.
MESSAGGI MISTERIOSI
Ma c’è un’altra domanda: possiamo ricevere messaggi telepatici solo da persone o anche da entità intelligenti ma non umane?
Ci domandiamo se una comunicazione metafonica rientri nella telepatia.
A Grosseto il pensionato Bacci è un ricercatore di metafonia, cioè usa vecchie radio a valvole a onde corte per captare voci che sembrano di entità o defunti. La prima onda portante è lui, in quanto se non c’è lui la radio non parla, questo è tanto importante che la radio comunica anche se non è attaccata alla presa elettrica. Lui sembra la fonte di ricezione, la radio è lo strumento che traduce il messaggio in modo udibile per tutti. Forse in noi c’è un mezzo di ricezione, la mente è l’equivalente della radio, lo strumento materiale. Quando il messaggio arriva a Bacci, tutti sentono e non lui solo. Per le registrazioni dei messaggi, è più complicato, accade che alcuni registratori registrino il messaggio, altri no. Le cose che scientificamente non tornano sono molte.
Il fenomeno potrebbe rientrare nel discorso telepatico, abbiamo una trasmissione di messaggi che viene di lontano anche se non esattamente da mente umana a mente umana, ma questi si sostanziano in voci e suoni Sappiamo che ci sono dei momenti privilegiati di modificazione della coscienza come il momento prima di addormentarci o quello prima di svegliarci in cui la nostra ricettività a messaggi mentali o a intuizioni straordinarie sembra aumentare, questi momenti si chiamano rispettivamente ipnagogici e ipnopompi. I Tibetani hanno particolarmente studiato le fasi intermedie dell’essere, quando l’energia è in bilico tra una configurazione e l’altra, i momenti di ‘bardo’, ovvero di transizione. La vita nella sua interezza è un bardo tra due fasi dell’essere, la morte è un altro momento essenziale di cambiamento, vi sono poi bardi interessanti come il momento dell’addormentamento e quello del risveglio.
In particolare la fase ipnagogica del sonno, quando stiamo per svegliarci al mattino, può essere portatrice di premonizioni, intuizioni cognitive, atti creativi e anche comunicazioni interdimensionali. Il fatto è che l’uomo ha sempre saputo che nei suoi sogni possono emergere conoscenze o facoltà più sottili, che possono dare non solo predizione del futuro, ma diagnosi di malattie, terapie, soluzioni del vivere, intuizioni profonde, contatti tra mondi…Ma queste faville di consapevolezza accresciuta sono poi dimenticate al momenti del risveglio. Se l’uomo fosse padrone dei suoi sogni, la sua vita cambierebbe.
Nei suoi testi sulla magia tolteca, Castaneda dice che lo stregone gli insegnò ‘l’arte dei sogni’, la capacità di fare ‘sogni vigili’ cioè di muoversi nella realtà del sogno come fosse un mondo virtuale conservando la coscienza e la capacità di ricordare al risveglio. Il sogno così poteva diventare un varco per entrare in altre dimensioni. Ma questo presupponeva la capacità di controllare i propri stati di coscienza.
Ovviamente non dobbiamo credere che tutto quanto emerga dal sonno venga da un oracolo, un briciolo di autoironia non guasterebbe. Una cosa non diventa vera se è stata sognata. Una cosa è vera se riscontriamo che è vera. I sogni ci illudono come la realtà. Parliamo dunque di tutto ma con leggerezza, senza cadere nel fanatismo. Per sventare gli attacchi della ’credulite’, che è una malattia come altre, ma in più è contagiosa, vi racconto un sogno di Churchill.
Una notte Churchill, dormendo, intuì una soluzione universale ai problemi del mondo. Nel dormiveglia prese il block notes e annotò la soluzione che gli era balenata Al mattino lesse e scoprì che aveva scritto: “Tutto l’Universo è impregnato di un tremendo odore di trementina!”
Dico questo per raffreddare un po’ l’atmosfera, prima di raccontare una serie di sogni, che, al momento, mi turbarono profondamente.
Sogni misteriosi
LA GERARCHIA DEGLI ANGELI
A seguito di una influenza mi venne una gran febbre che mi tolse ogni capacità di pensare.
Apparentemente non c’erano altri sintomi, ma per quasi un mese il mio cervello andò in tilt, sentivo che non avevo controllo sui miei pensieri, come se la febbre avesse colpito il mio emisfero sinistro, ero disperata di questa situazione e impotente. La febbre aveva paralizzato la mente razionale che era diventata inutile e in balia della mente destra si sentiva del tutto sperduta e vacua. Dopo un mese di vuoto mentale, tutto finì di colpo e ripresi a vivere ma fu uno strano tempo dove accaddero strane cose.
I sogni erano diventati di colpo neri.
Era un buio assoluto dove non si trovava cosa o colore o sensazione di esistere. Era come se io fossi solo un ascolto di qualcosa che mi parlava accanto, una cosa che non possedeva forma o colore. C’erano solo il buio e la voce.
Sognavo e mi svegliavo e poi sognavo ancora, sprofondando in questo buio, ero troppo stanca per poter costruire una qualche parvenza di realtà, il sonno era molto leggero anche se non mi riposava mai. Ero schiacciata dal buio. Sognavo senza immagini, un buio profondo dove non c’ero nemmeno io, ma solo parole. Le parole sembravano possedere una grande semplicità, erano arcaiche e importanti, come di un messaggio la cui caratteristica era proprio quella di essere veramente semplice, così che alla fine avrei capito, una sostanza in sé molto difficile e complessa che mi veniva impartita in forma elementare, perché anch’io con la mia scarsa intelligenza potessi capirla. Di questa cosa sembravo molto grata. Le parole venivano proiettate ogni tanto nel buio in forme luminose e sottili, erano vergate in una scrittura corsiva rotonda, come se io fossi una bambina che aveva bisogno di una scrittura semplice per capire, ma era una scrittura che non conoscevo, formata da tante chioccioline o spirali (vidi in seguito una scrittura simile in un documentario sui rotoli del Mar Morto ed era aramaico). C’era in colui che dettava una certa pazienza, scevra da sentimento. Io mi svegliavo un poco e poi ricadevo nel sonno e la lezione ricominciava.
Per ogni parte mi veniva spiegata la natura di un angelo, partendo dal mondo inorganico e attraversando i vari strati della materia; ogni volta l’angelo annunciato era una manifestazione un po’ più alta, un po’ più vicina a Dio, secondo una gerarchia ascendente. La cosa durò tutta la notte. Non ricordo i primi angeli, ma so quali furono gli ultimi tre perché al mattino faticosamente mi alzai e scrissi le ultime frasi. Le parole dicevano:
“..e poi viene Quello il cui nome vuol dire “Colui che manifesta la potenza di Dio” e il suo nome è Gabriele, egli è il POTERE di Dio”.
“…e poi viene Quello il cui nome vuol dire “Colui che manifesta la conoscenza di Dio” e il suo nome è Michele (?), egli è la CONOSCENZA di Dio”.
“…e più in alto e ultimo viene Quello il cui nome vuol dire “Colui che manifesta l’amore di Dio, egli è l’AMORE di Dio”.
E allora io pensai: “Ecco, potrei avere conoscenza degli altri angeli perché ne ho letto da qualche parte, ma non so il nome di colui che manifesta l’amore. Se dunque il sogno mi dirà qualcosa che io non so, il sogno sarà giusto e non verrà da me ma da qualcuno che sa più di me”. E la voce continuò: “.. e il suo nome sarà Elohim e il suo nome sarà Emanuele”.
Allora mi sono alzata, con la testa che girava, e ho cominciato a cercare nei libri se questo era giusto, ma non ho in casa testi biblici o religiosi, non sono osservante. Sull’Enciclopedia ho letto che Elohim è il plurale di Eloha, e questo è il nome di Dio, il primo nome dato dal primo scrittore del Pentateuco (Genesi ecc.) prima che Mosè prendesse il nome di Jahvè, e significa “le energie che hanno creato il mondo”. Ed Emanuele è il nome con cui viene indicato Gesù nella profezia di Isaia, che dice che da una vergine (halma) nascerà Emanuele.
Ma volevo saperne di più, per quanto mi sentissi vuota e priva di forze per la febbre mi sembrava importantissimo che ne sapessi di più. Così mi sono vestita e traballante com’ero sono uscita, era una giornata fredda e soffiava un gran vento, non proprio una cosa adatta a uno che non si regge in piedi; ho preso l’autobus, pensando: “Angelo, fammi incontrare subito la persona giusta che sappia dirmi qualcosa del mio sogno, se è veritiero e corretto o solo un effetto della febbre”
Quando sono scesa in V. Matteotti, sul lato destro della chiesa del Sacro Cuore, c’era poca gente per la strada, e mi veniva incontro un vecchio in maglione azzurro, appoggiato a un bastone. Immaginate la scena: io traballavo per la spossatezza, lui traballava per malattia o vecchiaia, e attorno un gran vento freddo. Io sono andata verso di lui e gli ho detto :”Lei è un prete, vero?”. Lui ha negato. Ma io ero sicura, doveva essere un prete, lo sentivo: “Lei ha studiato da prete, vero?” A malincuore ha detto di sì. Forse era un prete in pensione. Così gli ho detto: “Ho fatto un sogno, forse lei può interpretarmelo”. Lui ha ascoltato senza alcuna meraviglia, forse era più di qua che di là, e me lo ha spiegato. Tirava un forte vento e io stavo male e anche lui non sembrava gran che, attaccato al suo bastone, ed eravamo irreali tutti e due a parlare di Bibbia in Via Matteotti, come due persone che si conoscono da tanto tempo, con questo vento freddo, a parlare di angeli e di gerarchie angeliche, nell’aprile del 1995 come se si trattasse di argomenti normali.
E così mi ha spiegato che il sogno era corretto e corretta la gerarchia. Gli angeli sono manifestazioni spirituali che rappresentano parti di Dio, e Gabriele significa “colui che è forte come Dio”, solo che (l’ho scoperto poi cercando su testi sacri), potenza dello spirito non vuol dire comando di eserciti o simili, ma significa essenzialmente tre cose, e sono i tre punti per cui è nato il Cristo, ed ecco perché l’arcangelo Gabriele era connesso al Cristo e alla potenza. Egli comparve ai pastori a Betlemme per annunciare la venuta di Gesù e, prima, a Maria per annunciarle la nascita del Bambino. E Dio esprime la sua potenza nel Cristo perché la potenza dello spirito consiste nel: dominare il male o peccato, guarire la malattia (miracoli), sanare l’ignoranza. Lo spirito si manifesta dunque come dominio sui tre mali, sul male dell’anima, sul male del corpo e sul male della conoscenza.
Giustamente poi viene Michele che vuol dire “colui che è come Dio”, perché egli ha la conoscenza del Tutto e sta direttamente al fianco di Dio, se così si può dire.
Ma l’ultima spiegazione è quella più meravigliosa.
Elohim e Emanuele sono la stessa cosa, ed egualmente stanno a significare “Dio è con noi”, Elohim è il Dio della creazione, che per un atto di amore crea l’uomo e tutte le cose, ma Emanuele è ancora il Dio di amore, solo che, mentre Elohim indica il Dio trascendente, Emanuele indica il Dio incarnato nel Cristo. Questo nome infatti viene usato da Isaia nella sua profezia, quando egli dice al popolo d’Israele che da una vergine nascerà Emanuele, cioè il Messia.
La voce che mi detta nel sogno, dunque, conosce la Bibbia meglio di me e dice cose biblicamente corrette. Da dove viene questa conoscenza? Posso considerare questo un atto telepatico ? Una comunicazione tra menti diverse con conoscenze diverse? O forse solo qualcosa che ho letto e dimenticato e, nella febbre, si è autoprodotto da solo?
Mi è anche venuto in mente una nozione di quando insegnavo Campanella, il filosofo italiano che nel 1400 aveva creato una utopia, cioè una città immaginaria “La città del sole”. Io a quel tempo non ci avevo fatto caso, ma la città perfetta era governata da tre ministri, figure di grande saggezza che si chiamavano PON, SIN e MOR, cioè potenza, sapienza e amore, come è nell’ordine dei miei tre sogni.
Naturalmente so che potrei aver letto questi dati e averli momentaneamente ricordati, non è che io sia uno scrittore biblico, anche la scrittura aramaica potrei averla vista e dimenticata, a volte i sogni riprendono infinite cose che stanno nel nostro archivio mentale e le elaborano e uniscono. Certo è che io avevo il senso di un grande ordine superiore ed ero molto emozionata da quanto mi accadeva, ma ero anche in stato di febbre alta, un po’ confusionale. La febbre altera e confonde. Una parte di me considera questi sogni le migliori cose della mia vita, un’altra parte li valuta con obiettività e dice che forse sono una rielaborazione di dati assimilati in passato e apparentemente dimenticati. La mente spesso mente a se stessa. Eppure, quel senso misterioso e straordinario……
TELEFONATE TELEPATICHE?
Abbiamo detto che la telepatia può riferirsi a comunicazioni che hanno diversi livelli di realtà, il messaggio può essere puramente mentale oppure può apparire sotto forma allucinatoria, estendendosi apparentemente all’esterno, sotto forma di voci o di immagini che si presentano nella loro interezza e possono anche interagire con forme di comunicazione apparentemente veridiche col soggetto, qui possiamo pensare a illusioni o allucinazioni sensoriali ma il fenomeno può anche coinvolgere l’ambiente stesso in forma partecipativa, un po’ come i messaggi attraverso il computer di cui abbiamo parlato. In questo caso la telepatia viene a sfociare nella medianità e nel rapporto di trascomunicazione medianica o di psicofonia ed è di interpretazione ancora più difficile. Per questo inseriamo nella telepatia anche le transcomunicazioni, per es. le telefonate dall’al di là che coinvolgono l’elettronica. Il fenomeno è poco noto in Italia anche se Scott Rogo se ne occupò già 30 anni fa, in Italia lo ha ripreso Paolo Presi, esperto di transcomunicazioni. In genere i casi restano riservati e c’è una certa riluttanza a narrarli, possono riguardare casi di comunicazione con defunti o casi di telefonate ricevute da viventi i quali negano di averle fatte. La voce è chiara e riconoscibile e, nei casi conosciuti, va da una sola parola a qualche decina. I casi seguenti sono raccontati da Paolo Presi.
Es. riportato da Scott Rogo: nel 77 muore la madre di uno dei più famosi medici di Los Angeles. Poiché la madre aveva manifestato il desiderio di essere seppellita in un certo cimitero, la salma andò in aereo e il figlio in auto. Un giorno dopo il ritorno il medico si alzò alle sei, molto stanco, fece colazione e ricevette una telefonata: “Johnny”, il suono era strano, pensò che fosse sua sorella “Johnny”, il suono si smorzava alla fine, pensò a uno scherzo: “Chi parla?” “Tua madre”. La voce era quella, poi un sospiro. La linea con cadde, ma la voce non parlò più né ci fu lo scatto della telefonata finita.
Altro caso: “Due coniugi erano molto amici di una scrittrice, Annie, la quale avendo dato tutti i suoi averi ai poveri, era rimasta lei stessa povera, si era ammalata e aveva preso a passare da un ospedale all’altro. I due amici l’avevano persa di vista e se ne dispiacquero anche perché erano soliti passare il Natale con lei portandole di solito del brandy di more. Un giorno arrivò una telefonata di questa scrittrice: “Sapete chi sono?”, voce bella e chiara, le due donne parlarono a lungo, Anna raccontò dei suoi giri per gli ospedali, la telefonata durò 30 minuti “Per il tuo compleanno ti porteremo il brandy” “Adesso non ne ho più bisogno.
Non sono mai stata così bene. Mi dispiace di non avere potuto finire quel libro…”:Sembrava 20 anni più giovane. Diceva: “Non sono mai stata così felice” “Hai un telefono vicino al letto?” ”No, ma posso andare in giro”.
Sembrava una telefonata normale, ma quando la coppia telefonò all’ospedale, seppe che Annie era morta da alcune ore, era morta alle 10,30, la telefonata era stata dalle 17 dello stesso giorno. I due restarono così impressionati che fecero testimonianza del fatto davanti a un notaio.
Abbiamo due casi perturbanti, in entrambi i riceventi testimoniarono che la qualità acustica del messaggio era strana. In genere dalle descrizioni abbiamo alterazioni metalliche della voce o questa si spegne ogni tanto come un soffio, come avviene nelle registrazioni metafoniche I casi possono essere vari: a volte l’utente riconosce subito il defunto e sa che è morto e allora il suo turbamento blocca subito il messaggio, anche perché a volte l’utente si sente male o sviene, in ogni caso il suo turbamento è tale che sembra costituire un blocco alla trasmissione, a volte riconosce la persona ma la crede viva e in questo caso la telefonata è più lunga ed è come una telefonata normale, a volte la voce si interpone in una telefonata ad altri, ma mai il defunto dice che è morto, parla di sé come fosse vivo.
Cito un’altra osservazione inquietante. Quando vedevo il futuro di qualcuno, difficilmente era tutto buono, la vita è una serie di alti e bassi e i bassi, non so perché, sono avvertiti prima degli alti. Avevo una certa facilità a sentire quando sarebbe morto qualcuno dei parenti ma molta opposizione a sentire la morte prossima del consultante, anche perché sono in genere orientata a cercare il meglio del suo futuro o a dirgli parole consolatorie. Raramente, qualche volta, mi è capitato però di vedere un futuro splendido, di rinascita, di nuovo ciclo che inizia, dove tutte le energie si compongono e tutto, ma proprio tutto, va bene. Beh, facilmente questa predizione si accompagna a una morte imminente. La morte, nelle carte come in astrologia, sembra essere il meglio del meglio. E voglio sperare che sia proprio così.
PRIMA CONCLUSIONE
Mettere insieme fatti non basta. Noi abbiamo bisogno di finalizzare questi fatti in un insieme teleologico, capire come le parti stanno in un tutto, qual’è l’organismo o lo scopo che tiene insieme le cose ovvero avere una visione metafisica di ciò che accade, cioè rispondere alle domande: Che senso ha tutto questo? A cosa conduce? Dove mi porta?
Noi vogliamo sapere, perché sapere è un modo di essere. Per molte vie noi cerchiamo: ascoltiamo, leggiamo, abbiamo esperienze. A un certo punto la ricerca può fare un salto e uscire dalla mente cosciente.
Se qui si tratta di comunicazione a tutto raggio c’è anche una parte dentro di noi profonda o fuori di noi sottile che può essere contattata per il nostro scopo di vita. Questa parte è un altro ignoto che a noi si comunica. Possiamo farlo con la scrittura automatica o col dettato interiore, che è una demi trance e non richiede una perdita totale di coscienza. Forse anche questa è una esperienza telepatica, non voglio credere che sia solo creativa, anche se non saprei dire con che cosa mi contatti fuori o dentro di me. Molti sensitivi si sono dichiarati ‘scrivani’ di una energia indefinita di cui ascoltavano la voce e che non apparteneva al loro controllo. Non è detto che questa voce emerga solo con un forte stato modificato di coscienza. Il sensitivo Piancastelli sente a volte ‘la voce’ nella sua testa e discute con essa, è o non è d’accordo, rivendica la sua individualità distinta, come un personaggio interiore, un interlocutore invisibile. La qualità della voce dice se uno è un sensitivo o uno schizofrenico. Semper a rebus discemur.
Queste pagine appartengono a uno di questi ‘dettati’. Le ho trovate per caso mentre cercavo annotazioni sulla telepatia. Non le ricordavo come non ricordo mai nulla di quello che scrivo mio malgrado, ma mi sembrano adatte a concludere temporaneamente questo argomento. Quando leggo queste parole sono presa sempre da un certo sbigottimento. Prima di tutto non le ho scritte io, e non hanno quel senso di appartenenza e di familiarità che ritrovo anche in vecchi scritti miei, poi mi sembra di non capirle del tutto, anche se le parole sono semplici e mi somigliano, sono fatte a mia misura, infine c’è in esse una particolare confusione tra quello che sono io e qualcosa che proprio non sono, per cui anche se lo stile non mi è indifferente nello stesso tempo mi sembra strano, come se uno vedesse sì i propri capelli, del colore dei suoi capelli, ma lunghi e fitti il doppio e in una pettinatura insolita. Non so se altri sensitivi trovano nei loro scritti particolari questa commistione tra il loro essere proprio che può apparire anche come stile o scelta delle parole o visione della vita o anche ortografia e dall’altra parte qualcosa di alieno a loro stessi che piove dal nulla, che è ‘un passo avanti a te’, per citare sempre uno di questi dettati. Preciso che queste parole mi arrivano al rallentatore una dopo l’altra, come in un lentissimo dettato scolastico (mentre io scrivo e penso molto rapidamente) e che somigliano a sospiri più che a suoni, come bolle che emergono da un’acqua tranquilla, per cui posso solo scriverle lentamente in modo frantumato, perdendo il senso totale del discorso che ritrovo solo a dettatura finita quando rileggo.
La domanda, rivolta alla guida spirituale, a cui lo scritto risponde, è proprio questa:
COME POSSO DISTINGUERE CIO’ CHE E’ MIO DA CIO’ CHE E’ TUO?
Non occorre distinguere.
Come la pioggia che lava tutto e si riunisce al mare, così ciò che viene dall’alto si unisce al basso con continuità di rapporto.
In verità non c’è circospezione e scissura tra ciò che fluisce continuo come il raggio di luce.
Le contrapposizioni appartengono alla tua realtà sociale ma non alla verità increata.
Immagina una scala, in cui la luce discenda e non è più forte e meno forte, ma ogni gradino ha la sua ragione di essere. Nel luogo dove tu sei puoi godere solo della luce che ti inonda come di un piano di realtà a sé stante, ma la luce è interna e integra e non si spezza e non si separa.
Ciò che giunge a te dipende dalle tue coordinate o da quelle del gruppo che ti contiene. In esso la verità si rivela per quel tanto che ne potete contenere ma essa non viene meno né si accresce, ché la quantità del dato rivelato non dipende da forza maggiore ma da quanto puoi contemplare e capire, sopravanzando solo di quel tanto che ti conduce sottilmente più avanti.
Non disperare nella tua impazienza se i tuoi nessi non corrispondono a quelli dell’essere e conduciti sempre in attesa di quel che si compie, senza criticarlo né forzarlo, senza capirlo né negarlo.
Il colloquio giova alla luce come a chi ne è illuminato, ma è il referente a condizionare il messaggio, come il bambino condiziona l’alimento che la madre gli porge secondo l’età.
Assimilare è la tua evoluzione, anche se sei trasformato anche dal cibo che non capisci.
In fondo è solo la comunione d’amore l’atto salvico, al di là del comprendere e ciò che ci unisce è esso stesso il fine e lo scopo.
Non domandare dunque quanta verità vi sia nel messaggio e non separare ciò che solo nella tua mente è separato ma nella nostra è un gioco unitario di luce.
Vero o non vero, mio o tuo, tutto ciò non importa.
Solo il tuo silenzio è importante come una porta che si apre sull’altrove da te che è in te.
C’è un comunicare diverso da quello delle parole, se pure usa parole, che spinge all’unione assoluta, per cui il messaggio è solo un mezzo ma il suo contenuto non è il fine, ché qui non importa spiegare ma aprire e connettere ciò che è inconscio alla sapienza consapevole, ovvero le parti del non io alle parti dell’io, affinché l’Unità si compia, là dove solo è pace e gioia.
Ci sono tra i livelli del sapere gli stessi rapporti che tra l’uno e l’altro di voi, che nessuno sta in cima e sopravanza ma tutti siete collegati agli occhi nostri come una corolla fitta e una vita ininterrotta.
Il rapporto non tende dunque a una trasmissione da altro a altro ma a una connessione da se stesso a se stesso
In pace
Maior
(Nelle figure quadri di Mark Rothko, pittore statunitense, uno dei più costosi del mondo. Un suo dipinto è stato quotato 73 milioni di dollari. Morì suicida)
Fonte: masadaweb.org