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La chiaroveggenza è la capacità di acquisire conoscenze di eventi, luoghi o oggetti
La chiaroveggenza è la capacità di acquisire conoscenze di eventi, luoghi o oggetti
Chiaroveggenza
La chiaroveggenza è la capacità di acquisire conoscenze di eventi, luoghi o oggetti
Informazioni
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La chiaroveggenza è la capacità di acquisire conoscenze di eventi, luoghi o oggetti, che possono essere lontani (nel tempo o nello spazio) oppure nascosti, attraverso una presunta percezione extrasensoriale. La parola deriva dal francese clairvoyance, «visione chiara», e questa dal latino clarus, «chiaro» e videre, «vedere»; a seconda del contesto si può intendere sia alla lettera come percezione di tipo visivo, sia in senso esteso come acquisizione generica di conoscenza; in questo senso esteso è chiamata anche telestesia o metagnomia. Chi è dotato di chiaroveggenza è chiamato chiaroveggente. La chiaroveggenza, come termine della parapsicologia, è distinta dalla divinazione poiché in quest'ultima le conoscenze provengono da una fonte soprannaturale come una divinità o un ente spirituale, mentre nella chiaroveggenza provengono direttamente dalle capacità del sensitivo. Tuttavia questa distinzione non è sempre rispettata: sia nell'uso comune sia nell'uso letterario i termini "chiaroveggenza" e "chiaroveggente" sono talvolta utilizzati anche per pratiche di tipo divinatorio, come la chiromanzia o la cartomanzia; c'è chi addirittura li usa per indicare una spiccata perspicacia di tipo intellettivo, che è però estranea sia alla chiaroveggenza sia alla divinazione. La credenza che esistano fenomeni di chiaroveggenza esiste da sempre in tutte le culture. In Occidente, uno dei primi chiaroveggenti ad acquisire grande notorietà fu, nel XVIII secolo, il mistico svedese Emmanuel Swedenborg, che suscitò perfino l'attenzione di Kant, nell'opera I sogni di un visionario spiegati coi sogni della metafisica (1766). La chiaroveggenza era anche uno dei fenomeni attribuiti ai pazienti di Franz Mesmer. Durante l'epoca d'oro dello spiritismo, a cavallo tra XIX e XX secolo, numerosi medium affermavano di poter praticare la chiaroveggenza, che è stata studiata scientificamente dalla Society for Psychical Research a partire dal 1882. Alcuni parapsicologi ritengono che chiaroveggenza, telepatia e precognizione siano manifestazioni diverse di uno stesso fenomeno; tuttavia non è ancora stata formulata una teoria soddisfacente di quale possa essere tale meccanismo, né tantomeno sono state trovate fino ad ora prove scientifiche che tali fenomeni esistano davvero. Alcuni medium e sensitivi, tra i quali l'olandese Gerard Croiset, hanno affermato di poter individuare attraverso la chiaroveggenza persone scomparse (generalmente deceduti dei quali non è ancora stato ritrovato il cadavere). In ambito parapsicologico, con il termine chiaroveggenza si definisce la capacità di un soggetto di riuscire a ottenere informazioni sull'ambiente circostante (cose o persone) senza ricorrere a vie conosciute né alla telepatia. Il fenomeno della chiaroveggenza (o veggenza o ancora lucidità -> vedi "sogni lucidi") ha origini antiche ed ha incuriosito gli studiosi sin dai tempi antichi.  Essa può manifestarsi sia in modo "spontaneo" che in modo "sperimentale". Nel primo caso, i soggetti nei quali questa particolare percezione si manifesta improvvisamente e con una certa frequenza, vengono definiti "sensitivi".  Gli strumenti utilizzati dal parapsicologo nella determinazione del fenomeno sono le famose carte Zener (che prendono il loro nome dal loro inventore Karl Zener) che ritraggono cinque simboli: la stella, l'onda, la croce, il cerchio e il quadrato. Dallo studio su diversi soggetti, i parapsicologi hanno potuto legittimare non solo l'effettiva esistenza della chiaroveggenza, ma hanno anche notato come essa si manifesti - più o meno prepotentemente - in molte persone. La chiaroveggenza può inoltre manifestarsi attraverso l'uso di particolari tecniche quali la cristalloscopia  e la psicometria. La prima è la visione di particolari oggetti o persone tramite la visione del cristallo, ossia la capacità di certi soggetti di utilizzare un particolare cristallo (per concentrarvisi) per poter rendere visive le proprie percezioni.  La seconda, invece, è un tipo di veggenza che si manifesta nel soggetto tramite il contatto con un oggetto del quale il sensitivo riesce a raccontare la storia descrivendo persone o eventi con i quali l'oggetto è entrato in contatto.




 

 

 

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